Internet senza fili, via alla gara Wi-Max

Questo uno dei probabili motivi per cui non si vede ancora realizzato il collegamento ADSL a Calvi Risorta

Corriere della Sera, 14 novembre 2007

Questione di tempo, poco tempo, e poi in Italia ci sarà un accesso veloce e senza fili a Internet ovunque, anche nelle zone (e non sono poche) ora non raggiunte via cavo dall'Adsl. E' la volta del Wi-Max, il sistema di connessione a banda larga via radio che promette di far compiere un salto di qualità decisivo nella possibilità di connessione alla Rete anche lontano da postazioni fisse. In pratica, un rivoluzione simile a quella che è stata la rete mobile dei telefoni cellulari rispetto alla telefonia fissa. «Con il Wi-Max avremo più banda larga. È una tappa fondamentale per garantire il diritto all'accesso alla rete come servizio universale» dice il ministro delle telecomunicazioni Paolo Gentiloni presentando il bando di gara per l'assegnazione delle frequenze. E aggiunge che il «Governo conferma così gli impegni a ridurre il divario digitale ancora presente in molte regioni italiane, ad incrementare la competizione nelle TLC ed a favorire l'innovazione tecnologica del nostro Paese».

IL BANDO - Le licenze su tutto il territorio nazionale saranno 35 e avranno la durata di 15 anni. La gara scatta dalla prossima settimana con una base d'asta complessiva di 45 milioni di euro (in Germania e Francia l'assegnazione ha raggiunto rispettivamente i 60 e i 100 milioni). Le licenze non saranno tutte uguali. Ce ne saranno 14 nelle 7 macroaree in cui è stato suddiviso il paese (due per ciascuna macroarea: Lombardia-Bolzano-Trento; Valle d'Aosta-Piemonte-Liguria-Toscana; Friuli Venezia Giulia-Veneto-Emilia Romagna- Marche; Umbria-Lazio-Abruzzo-Molise; Campania-Puglia-Basilicata-Calabria; Sicilia; Sardegna) con la condizione che ad uno stesso soggetto possa essere assegnato un solo diritto d'uso per macroregione. A livello teorico è comunque possibile che un operatore che faccia domanda per tutte le macroaree riesca ad aggiudicarsele tutte, creando così un network nazionale. Le altre 21 licenze saranno invece a dimensione regionale e verranno «prioritariamente riservate a concorrenti che non dispongono già di licenze Umts». In questo caso vengono quindi esclusi i quattro grandi operatori telefonici (Telecom, Vodafone, Wind e H3G), mentre è agevolata la partecipazione al bando delle imprese più piccole radicate sul territorio. Allo scadere del termine previsto le licenze potranno essere rinnovate. La cessione a terzi senza l'autorizzazione del ministero è invece vietata.

I TEMPI - Il bando viene pubblicato la prossima settimana sulla Gazzetta Ufficiale: entro 45 giorni dovranno essere presentate le domande. Nei successivi 30 giorni il ministero dovrà valutarle e comunicare gli ammessi alla gara e dovranno essere quindi presentate le offerte. L'apertura delle buste dovrebbe quindi avvenire intorno al 20 gennaio. Essenziale per aggiudicarsi la gara sarà non solo l'offerta economica, ha sottolineato Gentiloni, ma anche la garanzia di copertura del territorio per aiutare i Comuni più svantaggiati a superare il digital divide. Il bando prevede infatti degli obblighi di copertura misurati a punti in base al numero di Comuni in cui vengono installati impianti Wi-Max: 60 è il punteggio minimo da raggiungere ed almeno la metà dovrà derivare da impianti collocati in Comuni a «digital divide totale». Il valore aggiunto del Wi-Max rispetto alla banda larga cablata è infatti proprio la capacità di viaggiare ad altissima velocità (fino a 74 mega) in un raggio di circa 50 chilometri senza necessità di infrastrutture di rete. Senza quindi grandi investimenti sui cavi. La trasmissione avviene infatti via radio sulle frequenze 3.4-3.6 GHz, prima in uso al ministero della Difesa. «Credo che abbiamo fatto un buon lavoro - ha concluso Gentiloni - per trovare un equilibrio tra il valore economico dell'asta e la copertura del territorio. Abbiamo lavorato perchè il ricavo economico non fosse l'unico metro di misura e per indirizzare la competizione verso la lotta al digital divide».