Sono
ancora in corso le indagini scattate questa mattina con l’arrivo, presso gli
uffici comunali cittadini, della sezione anti-camorra della Squadra Mobile della questura centrale di Caserta. La polizia, secondo le
prime voci, avrebbe raccolto documenti e dati per verificare la permeabilità
dell’Ente caleno a pressioni di tipo camorristico.
Sulla stessa falsariga si stanno muovendo i carabinieri del nucleo operativo
della compagnia di Capua, che hanno
acquisito gran parte del corredo documentale utile alla verifica di legittimità
delle gare per la piscina comunale, per l’Assonuoto e
per il centro polisportivo della cittadina calena, e
autovelox e GEA ecc.
Dopo i due arresti, maturati a conclusione delle indagini sulla scandalosa gara
per la fornitura di arredi ludici pubblici, scatta
l’inchiesta su altre gare portate a compimento dalla maggioranza del primo
cittadino caleno Giacomo Zacchia.
Un vortice di indagini che si muove a 360 gradi su
tutto il materiale prodotto dall’esecutivo e che, in maniera particolare, sta
cercando di far luce sulle possibili contiguità tra ambienti politici e
consorterie malavitose dell’agro caleno.
Da qualche giorno, poi, è iniziato il battage sulla mancata riconversione di un
terreno confiscato al sanguinario clan maranese,
Nuvoletta. Il bene immobile si trova proprio nel tenimento del Comune di Calvi Risorta e , qualche anno fa, era stato oggetto di
un lungo e faticoso lavoro da parte dell’allora sindaco Antonio Caparco.
Il primo cittadino Caparco aveva ottenuto, dalla Cassa
Depositi e Prestiti, qualcosa come 2 milioni di euro
per la riqualificazione del terreno sottratto alla camorra. Dopo circa quattro
anni, la maggioranza targata Zacchia non ha ancora portato a compimento l’iter procedurale per l’effettiva
riconversione, a fini sociali, del terreno appartenuto al gruppo camorristico stretto in un agghiacciante sodalizio con la
mafia sicula di Riina, Calò e Liggio.
Il sindaco Zacchia, secondo un
indagine corroborata da effettivi riscontri documentali, non ha
utilizzato il finanziamento ottenuto dal suo predecessore Caparco,
lasciando decadere il prestito della Cassa Depositi.
Una responsabilità molto grave, mitigata appena
dall’erogazione, da parte dello stesso Ente di circa 650 mila euro per la
riconversione del terreno ex proprietà Nuvoletta. Nemmeno questa volta,
però, Zacchia sembra aver cantierato
un progetto di concreto riutilizzo del bene confiscato ai clan della zona.
Su
tutti questi elementi, pare si stia muovendo la
macchina investigativa della procura e della prefettura. Oggi, l’arrivo degli
007 della polizia di Stato.