La mappa. Gli Etruschi e Caserta
Cinque
giorni di studi sulle presenze in provincia, nasce la carta archeologica.
Elio Zanni
Il Mattino, 11 novembre 2007
Le ultime scoperte
archeologiche, una serie d'inattesi rinvenimenti e di risultati scientifici
inediti sul misterioso popolo degli Etruschi e sulla loro
permanenza nel territorio casertano.
Questo promette il
XXVI convegno di studi Etruschi e Italici dedicato a «Etruschi e la Campania Settentrionale».
Si comincia oggi a Caserta nel Teatro di corte della Reggia, domani il summit
si sposta a Santa Maria Capua Vetere, martedì a Capua, il 14 a
Teano. Il 15 ottobre si ritorna a Caserta per la
tappa conclusiva dell'inedito tour archeologico. Tutto
direttamente dalla viva voce della soprintendente per i Beni archeologici e
monumentali delle province di Napoli e Caserta, Maria
Luisa Nava.
Per l'occasione sarà presentata la «Carta archeologica della Campania»,
un'iniziativa intrapresa dalla Seconda università di Napoli, grazie all'accordo
con la soprintendenza archeologica. Un lavoro in itinere quello dell'archeocarta che intrecciando rilievi aerofotogrammetrici,
studi e risultati scientifici, procede alla mappatura dei più importanti siti regionali, in prima
battuta proprio della provincia di Caserta.
In questo caso la presentazione è
riservata alla preside della facoltà di Lettere della Sun, Stefania Gigli Quilici. Sarà
anche possibile conoscere le ultime emergenze archeologiche messe in luce dagli
scavi della Tav, treno ad alta velocità. Già, perché la sorte e la volontà umana di comunicare (in senso di
trasporto) hanno voluto che la costruzione di un treno del futuro costituisse
occasione per un inedito viaggio nel passato.
Dai protovillaggi
di Afragola (insediamento
dell'età del bronzo, II millennio a.C.) all'abitato arcaico in località «Siepone» a Capua
e poi le cinte murarie, le fortificazioni e i santuari sempre di fattura
etrusca, di CALES e Teanum
con particolare rilievo per la città sidicina.
L'utilità della carta archeologica? Tra
i tanti esempi possibili, «nell'immediato - precisa la Gigli
- direi che mira a offrire una base aggiornata di conoscenza delle valenze
culturali e archeologiche del territorio, per offrire una concreta base per la
pianificazione e la progettazione del futuro del territorio oltre che di tutela
in senso di archeologia preventiva».
Relatore e
moderatore d'eccezione, al cospetto di circa cento convegnisti, la
soprintendente Nava. Suo il
tema «Protostoria nella Campania Settentrionale: la situazione attuale».
«In estrema sintesi - precisa la
Soprintendente - è possibile dire che sono quattro i binari sui quali muove il convegno. Le scoperte fatte in seguito a indicazioni e programmi di scavi che la Soprintendenza ha
svolto direttamente, oppure che sono stati condotti dagli atenei; le
indicazioni e il lavoro di ordinazione e approfondimento condensato nella carta
archeologica; i grandi lavori Tav e poi gli studi
condotti (sempre dall'Università) ma sui resti e sui reperti, al netto di
rilievi sul campo. Di particolare interesse saranno anche le relazioni dei
diversi esperti nei vari settori, dalla toponomastica alla linguistica. Studi
fondati su basi epigrafi».
Nel parterre dei relatori anche Fernando Gilotta docente di etruscologia dell'Università di Napoli con «Trasmissione di modelli in età arcaica in Campana, tra Capua e Cales». Giovanni Camporeale professore ordinario di etruscologia e presidente dell'Istituto studi etruschi e italici, realtà fondata da Massimo Pallottino.