L’ARPAC
DENUNCIA LA MAGGIORANZA: ZACCHIA SAPEVA DEI TRE DEPURATORI, SCATTA IL RISCHIO
CONTAMINAZIONE
Calvirisortanews, 18 ottobre 2007
Salvatore Minieri
E’ vero che non siamo tecnici esperti di queste cose, ma
ci sembra davvero irritante dover leggere un verbale dell’Arpac
che, nei fatti, conferma quanto da noi scritto nei mesi che corrono da aprile 2007 ad oggi. Inutile stare a fare discettazioni,
più o meno serie, sulla validità dell’operato della
stampa: i verbali dell’Arpac parlano chiaro ed
inchiodano Zacchia a responsabilità gravissime. L’acqua di Calvi Risorta non è potabile,
questo ormai lo sanno anche i bambini, ma il sindaco
continua a dire che non ne sa nulla.
Per rinfrescare la memoria al Pinocchio caleno, citiamo la
raccomandata, protocollata il giorno 8 ottobre, con numero 11330, che recita: “pertanto il signor Giacomo Zacchia è responsabile, nella
qualità di sindaco, delle violazioni degli articoli 101 e 124 comma 1,
sanzionate all’articolo 133 comma 1 e 2 del Decreto Legislativo 152/06.
Insomma, il reato di scarico delle acque reflue
(contenenti elementi di pericolosità assoluta) cade tutto sulle spalle di una
maggioranza che si è fatta denunciare dall’agenzia regionale
per la protezione ambiente della Campania. Strano,
anzi, incredibile, se si pensa che, solo qualche giorno fa, il sindaco aveva
querelato tutti, solo per aver parlato di un potenziale malfunzionamento del
sistema di depurazione.
Oggi, grazie all’Arpac, e ad una
nostra tenace inchiesta (caro sindaco, non riuscirai mai a falsare la verità
con le tue querele da azzeccagarbugli) veniamo a
sapere che, nel Rio dei Lanzi, scorre l’acqua più inquinata dell’alto casertano.
Due depuratori non funzionano e uno è privo di sistemi di filtraggio.
Il fosso Mercone, nei pressi della città romana, è servito
a sversare liquidi pestilenziali che, come da verbale
Arpac, oggi scorrono anche nell’acquedotto caleno. Ma
c’è di più: il verbale redatto dall’Arpac ha, come
prima data, il 27 agosto, e reca la firma, per presa visione, dell’ingegnera
Tiziana Izzo (responsabile dell’Utc,
settore urbanistica ed edilizia privata). Da quella
data ad oggi, evidentemente, Zacchia non si è nemmeno sognato di guardare i
documenti che l’ingegnera Izzo ha prontamente spedito
all’ufficio del sindaco e, ancora adesso, come un ebete, continua a dire che
non ne sapeva nulla.
No, caro Zacchia, la visita dell’Arpac
risale addirittura al 29 giugno 2007, e nella tua qualità di sindaco sapevi benissimo che la cittadina che amministri era (ed è)
approvvigionata da acqua inquinata: questo è un reato contro la salute
pubblica. Giù la maschera: il sindaco ci dica una volta per
tutte, per quale motivo non è intervenuto. Queste sono bugie (ma Zacchia
ci ha abituati alle frottole); c’è solo una
differenza: questa volta il sindaco Pinocchio ha detto una bugia talmente
grossa da nascondere a tutti i suoi elettori il rischio di prendersi l’epatite
B.
La gestione della maggioranza Zacchia diventa davvero
vergognosa e oltremodo pericolosa per la salute dei cittadini.