PERROTTA SEGRETARIA SOLO PER CINQUE VOTI, ANTONELLO BONACCI METTE IN GINOCCHIO L’INTERA GIUNTA ZACCHIA: “VITTORIA DI PIRRO”

            

Calvirisortanews, 17 ottobre 2007

 

Salvatore Minieri

 

Un pugno di voti, nemmeno una manciata, eppure, per il neonato Partito Democratico caleno, sembra arrivato il momento di aprire le danze, di festeggiare. I primi giri di …Walter, verrebbe da dire ironicamente, nonostante la vittoria sia stata determinata da soli cinque voti.

 

A contendersi lo scettro, però, c’erano due personaggi dalla storia politica e dal pedigree diametralmente opposti. Ad imporsi per una risicatissima manciata di voti è stata Gabriella Perrotta, attualmente presidente del Consiglio caleno, ancora segnata dalle sue repentine ed improvvise trasmigrazioni dal centrodestra al centrosinistra.

 

Sulla sponda opposta Antonello Bonacci, sinceramente radicato nella coscienza politica ulivista e coerente elemento di un centrosinistra capace di ascoltare il cambiamento, pur rimanendo sempre fedele alle direttive di un’area politica. Vince la Perrotta, ex referente di lusso di Forza Italia, quasi mastelliana, poi passata, more uxorio, tra le braccia del presidente della Provincia, Sandro De Franciscis.

 

Facendo due calcoli, tirando somme che sarebbe bene non stilare per la tranquillità degli elettori di Calvi Risorta, oggi il Pd è rappresentato da chi, fino a qualche mese fa, era acceso sostenitore delle teorie berlusconiane e delle proiezioni cosentiniste (soprattutto!!). Poco male, soprattutto se si pensa che Antonello Bonacci ha ottenuto gli stessi voti della Perrotta, senza avere alle spalle una macchina organizzativa come quella del sindaco Giacomo Zacchia.

 

Insomma, una giunta cittadina, un presidente della provincia un sindaco che andava distribuendo materiale propagandistico della Perrotta a destra e a manca, non sono riusciti a staccare Bonacci che, da solo, animato esclusivamente da una grande fede verso il centrosinistra, ha tirato fuori dal cilindro un consenso sorprendente e massiccio.

 

E’ il momento di porsi almeno due domande: la prima è dettata dall’elezione, con quasi il 75 per cento dei voti, del segretario nazionale del Pd, Walter Veltroni, sindaco che, fino a qualche mese fa, era additato da molti esponenti della giunta calena, quale peggior primo cittadino di Roma negli ultimi 30 anni (Zacchia, sicuramente, si rimangerà anche questo commento nei confronti di Veltroni). Ora, Perrotta e Zacchia si ritrovano ad essere veltroniani.

 

Ma attraverso quale processo politico il sindaco e la presidente dell’Assise sono arrivati al Pd? Il sindaco Zacchia deve ancora chiarire la sua posizione politica (che cambia ogni tre settimane) e la Perrotta deve ancora giustificare la sua fuga dalle sponde politiche controllate da Nicola Casentino. Intanto, in molti hanno abboccato, le sirene calene seducono più di quelle dell’Egeo.

 

I fatti sono sotto gli occhi di tutti : Gabriella Perrotta è il segretario cittadino del Pd, mentre Bonacci, con una tracciabilità politica davvero fuori dal comune, si ritrova a dover guardare qualcuno che veste e smette di continuo i panni di questo o quel partito. La seconda domanda, senza presunzione, interpreta lo stato d’animo di almeno tre quarti della popolazione calena: la maggioranza ha bisogno ancora di molto tempo per capire che la politica seria è una cosa e l’utilitarismo personalistico un’altra?