GLI ULTIMI GIORNI DI CALVI RISORTA, TRA FINTE DIMISSIONI E STRANI RITOCCHI AL PIP, UN ALTRO SCANDALO ALL’ORIZZONTE

Salvatore Minieri, 10/09/2007

 

Mentre assistiamo increduli al balletto bizantino degli assessori che entrano ed escono dalla maggioranza, manco fosse una rivendita di latticini, ci tocca filtrare il messaggio apparso in questi giorni sulle mura cittadine. Chiunque abbia voluto definire la saga del professor Salerno, come un’appendice della kermesse culturale Teatri di Pietra, è un genio. Non per semplice piaggeria o per mera comunione di punti di vista in merito alla politica calena, ma ci sentiamo di appoggiare in toto l’ironia nella quale è stata cristallizzata la cumparsita del vicesindaco di Calvi Risorta.

 

Di ritorno, però, cresce l’amarezza e la perplessità per una città che si trova a dover combattere da settimane con interrogativi pesanti tanto, quanto quelle pietre dei teatri che, almeno a Cales, stanno andando in malora. Se l’assessore Salerno persiste con il suo modulo tattico (al pari di Kakà che non ha mai dato punti di riferimento precisi alle difese avversarie), sulla sponda opposta sta andando a farsi benedire tutto il patrimonio artistico della città antica.

 

Caro assessore Salerno, se lei impiegasse il suo tempo ad entrare ed uscire dagli scavi archeologici, piuttosto che giocare a rimpiattino con la maggioranza, si accorgerebbe che, oltre a devastazioni e saccheggi, nell’antica Cales è spuntata una discarica di automobili abbandonate, tutto questo alla faccia delle roboanti dichiarazioni del sindaco Zacchia e di qualche fedele e zelante mallevadore giornalistico della maggioranza.

 

Quei 750 mila euro per la rivalutazione del parco archeologico dove sono andati a finire? Non vogliamo nemmeno pensare che, con una variante in corso d’opera, la maggioranza voglia trasformare il giacimento archeologico in centro per la rottamazione di vecchie carcasse di auto (ma la cosa, viste le tristi e lacunose vicende politiche, non ci sorprenderebbe).

 

I fatti parlano chiaro e inchiodano Salerno e Zacchia a responsabilità pesantissime. Si entra e si esce dalla maggioranza, appunto, cercando goffamente di alzare il prezzo di un valore politico che, oggettivamente, non esiste più, mentre si lascia che una città magnifica come Calvi Risorta sia nelle mani di anime nere e di troppi capitani di ventura. La commissione di accesso procede inesorabile un lavoro che in tanti attendevano da anni e la maggioranza, come tutta risposta che cosa fa? Gioca, si trastulla e finge di implodere, quando poi, tutto ritorna al punto di partenza.

 

Salerno ha prima fatto finta di rompere con il suo sindaco, per poi risedere tra gli scranni della maggioranza, rimpinguato e lubrificato da chissà quali altri promesse. Basta così, abbiamo visto troppo, anzi, vorremmo non vedere nemmeno quella variante al piano Pip che puzza come una discarica sotto il naso.

 

Il prezzo dell’ennesimo giochino della maggioranza di Zacchia? Basta fare due conti e si arriva a circa un milione di euro. Capito, cari cittadini? Mentre tutta la storia e l’arte vanno in malora, c’è chi si preoccupa ancora di effettuare raid sul Pip per ottenere il massimo con il minimo sforzo. Non è questa la Calvi promessa da Zacchia e soci, non è questa la dignità che ci si aspetta da una classe politica dirigente. Il tempo dei giochini e della ricreazione è davvero finito, caro Pietro Salerno.