Ennesima
morte sul lavoro in Campania. Questa volta, scena del tragico incidente, la
Centrale Termoelettrica di Sparanise.
Portale di Pignataro, 06 settembre 2007
Me.Ri.
Nei
giorni scorsi, un operaio di poco più di 50 anni, ha perso la vita per le
conseguenze di un trauma da schiacciamento.
Poco chiare le dinamiche del fatale infortunio, sulle
quali la magistratura ha aperto un fascicolo.
Alcune fonti riportano che l’operaio sarebbe rimasto
schiacciato da un tombino. Nell’incidente pare sia
coinvolto anche un automezzo pesante.
La vittima lavorava all’interno del cantiere della Calenia
Energia S.p.A., società del
gruppo EGL/HERA. Il responsabile dei lavori è l’ingegnere
Paolo Capace. La responsabile per la sicurezza in fase di esecuzione
è, invece, l’architetto Silvana Pirelli.
La centrale, da 800 MW di potenza, è di tipo “ciclo combinato”, ovvero utilizza
gas naturale e vapore per la produzione di energia
elettrica.
E’ la seconda volta, nel giro di poche settimane, che si torna a parlare con
toni preoccupati della sicurezza dell’impianto di Sparanise. Nella prima decade di agosto,
infatti, un’esplosione avvenuta all’interno del cantiere, allarmò tutta la
popolazione calena. Noi ci recammo sul posto senza però riuscire a trovare alcuna evidenza dell'esplosione - al contrario di quanto
leggemmo sui giornali cartacei.
Di quella esplosione non si seppe nulla nemmeno
attraverso il sito della Calenia Spa.
All'ingresso del cantiere fummo accolti con gentilezza, ma non ci fu permesso
di incontrare nessuno. Le guardie di servizio negarono che si fosse mai
verificata una esplosione che però centinaia di
cittadini riferirono di aver chiaramente avvertito.
I lavori di realizzazione dell’impianto, secondo quanto apprendiamo dal sito
della società, sono ormai terminati e l’azienda è in fase di attesa
del perfezionamento di contratti commerciali.
In queste circostanze non si può non parlare di tragedia annunciata, proprio in
un momento in cui l'Italia intera pare essere particolarmente sensibile al tema
delle "morti bianche", con i ricorrenti
appelli alla sicurezza sul lavoro del Presidente della Repubblica e delle varie
forze politiche e sociali. Il rammarico nostro è quello che evidentemente
l’allarme sicurezza che lanciammo meno di un mese fa, non è servito a
risparmiare questa vita umana.