LA
SENTENZA CHOC DELLA CASSAZIONE CAUSATA DA UNA SQUADRA DI CALVI RISORTA
Agrocaleno, 06 settembre 2007
Massimo Zona
Una sentenza relativa al calcio minore,
che riguarda la nostra cittadina, farà giurisprudenza. Sembra incredibile, ma è
così.
La rissa seguita alla partita Valencia – Inter
non ha avuto alcun seguito fuori dell’ambito sportivo. Se
fosse stata disputata oggi al Meazza, Burdisso, Cordoba, Cruz e
compagni avrebbero avuto il divieto di entrare in campo per almeno un anno.
Sono le conseguenza della sentenza n. 33864 della
Cassazione che prende le mosse da una vicenda accaduta in un campionato minore
di terza categoria disputato da una squadra di Calvi Risorta.
A seguito di una rissa, il Questore di Caserta aveva deciso di impedire
l’accesso allo stadio ad un dirigente e ad un giocatore della squadra. Il Gip non aveva approvato il provvedimento, sostenendo che
certe misure restrittive della libertà non si applicano ai tesserati.
Il PM si è appellato alla Cassazione e la Suprema Corte ha deciso che il
Questore aveva ragione, legittimandone il provvedimento, con la seguente
motivazione:”.. va affermato il principio secondo il
quale le misure adottabili ai sensi della legge 401/89 con riferimento a
turbative nello svolgimento di manifestazioni sportive, si applicano nei confronti
di tutti i soggetti indicati dal primo comma dell’art. 6, anche se trattasi di
tesserati di federazioni sportive ed indipendentemente da ogni altro
provvedimento di competenza degli organi della disciplina sportiva.”
In sostanza la Cassazione dice che vanno bene i provvedimenti di natura
sportiva, ma ci sono anche le leggi dello stato da rispettare e le sanzioni
previste vanno applicate anche a chi, essendo tesserato, risponde anche ad
altre corti in virtù dell’autonomia dello sport.
Sentenza questa che fa immediatamente giurisprudenza,
invitando così le società a tenere subito a freno i loro tesserati più focosi e
più inclini a venire alle mani. Del resto le armi per farlo ce l’hanno e come! Basterebbe applicare a chi viene condannato per esempio ad un anno di esclusione dallo
stadio, la clausola di rescissione del contratto dopo sei mesi di inattività o
la riduzione dello stipendio in maniera considerevole vista l’assenza di
prestazioni.
Tutto giusto, per carità.
Ma che il nome di Calvi Risorta sia risuonato a
livello nazionale e internazionale solo per tale avvenimento, beh è cosa di cui
noi caleni non riusciremo proprio a vantarci.