Una mostra archeologica potrebbe valorizzare l’esistente e far conoscere i nuovi ritrovamenti

 

Caserta24ore, 07 agosto 2007

 

Perché non allestire una mostra permanente di reperti archeologici, cartine ed espositori sulla civiltà calena, nel palazzo comunale?  

 

Questa la proposta lanciata dall’Archeoclub caleno all’amministrazione comunale. In attesa, infatti, che i progetti presentati dalla Soprintendenza e dall’amministrazione comunale attivino fondi, attualmente, nell’ ufficio archeologico di Calvi, è possibile trovare un solo manifesto illustrato che parli di Cales (raffigura un’anfora calena facente parte dei sessanta vasi trovati in un tomba, e ricorda una vecchia mostra documentaria allestita a Calvi dalla Soprintendenza vent’anni fa).

 

Sarebbe utile, invece, per non perdere la memoria storica, far conoscere la civiltà calena alle scolaresche e agli abitanti dei comuni limitrofi con qualche iniziativa concreta. Basterebbe un po’ di buona volontà per racimolare quanto basta per un allestimento dignitoso.

 

La mostra potrebbe rendere permanente l’esposizione di reperti e pannelli didattici sulla storia della città antica. Per non parlare della necessità a Calvi Risorta di segnaletiche o depliant che possano ricordare a qualche turista di passaggio l’esistenza di Cales.

 

Lo stesso dicasi per i libri sulla Cales romana: sia quello di Carcaiso che quello di Femiano ormai è impossibile trovarli nelle edicole di Calvi. Eppure negli uffici della Soprintendenza vi è così tanto materiale, prodotto anche ultimamente in seguito a recenti scoperte nell’area archeologica, che è un peccato tenerlo nascosto.

 

Materiale relativo agli scavi fatti nelle aree di servizio dell’autostrada Roma- Napoli, ma anche quello relativo agli scavi effettuati nel maggio 1994, nell’area sacra del Ponte delle Monache e quello riguardante gli scavi effettuati negli anni 95- 97 in località “Il Migliaro” per arginare l’attività di scavatori clandestini che avevano individuato e saccheggiato una necropoli di 96 tombe a cassa di tufo, ricche di corredo.

 

Per una mostra didattica sono sufficienti un locale e delle vetrine. Ma se non vi saranno amministratori comunali sensibili e disposti a dare qualcosa per il recupero di ciò che rimane dell’antica Cales, anche i cittadini di Calvi si dimenticheranno di Cales (quella sulla Via Latina) che, nel 28 d. C, fu fatta lastricare e ornare di statue dal caleno Marco Vinicio “sua pecunia”.

 

Lo stesso Vitrasio Pollione meritò la riconoscenza dei caleni e lo ricordiamo ancora oggi, per aver fatto rappresentare a Cales spettacoli gladiatori a proprie spese.