Ripulito l’arco di Trionfo del console Valerio Corvo che nel 335 a. C. conquistò la Cales ausone

 

Caserta24ore, 31 luglio 2007

Paolo Mesolella

E’ stato finalmente ripulito l’Arco di Trionfo romano di Cales. L’arco di Trionfo voluto dal console Valerio Corvo, ha dovuto aspettare una trentina d’anni, per potersi liberare dai tre alberi che lo soffocavano e lo rendevano praticamente invisibile. E questo grazie ai volontari dell’Archeoclub Cales.

“Nel 335 a. C. – spiega il Presidente, prof. Paolo Mesolella - i Romani elessero consoli Valerio Corvo e Marco Attilio Regolo. Nello stesso anno il console Valerio Corvo, su incarico del Senato, conquista Cales, una delle città più importanti degli Ausoni. E questo grazie all’aiuto di un prigioniero romano, Marco Fabio, che riesce fortunosamente a fuggire. Dopo la conquista di Cales, - ricorda Tito Livio nell’ottavo libro della sua “Ab Urbe Condita” – Valerio Corvo, celebra il Trionfo e innalza un monumentale Arco nel foro, a metà strada tra le Terme ed il Teatro, nel punto in cui la Via Latina confluisce nella via Stellatina.

Era il monumento più bello che si affacciava sul Cardo Maximun. Un arco trionfale in marmo, largo otto metri. Dopo la sua costruzione, a Cales viene dedotta una colonia di diritto latino di 2500 uomini. E vengono incaricati della deduzione della colonia (e della distribuzione dei terreni) i consoli Caio Duilio, Tullio Quinzio e Marco Fabio (il prigioniero romano che aveva aiutato Corvo nella conquista).

Da questo momento la Cales ausone, sebbene conquistata, diventa strategicamente molto importante; i Romani, infatti la utilizzano per controllare i Sidicini di Teano e come avamposto verso i Sanniti che, non a caso, consideravano la presenza romana di Cales molto pericolosa. Quest’Arco oggi è praticamente irriconoscibile, nella sua struttura smozzicata.

In pratica è rimasto in piedi solo il lato destro del ponte, mentre il pilone sinistro, con molta probabilità è stato demolito da qualche contadino per far passare una stradina che porta nei campi. Ora, però, dopo la campagna di pulizia dalla folta vegetazione, quello che resta dell’Arco è ritornato visibile e più sicuro staticamente.

In questi giorni, spiega il presidente Mesolella, abbiamo intenzione di continuare l’opera di recupero con la ripulitura delle Terme romane di San Leo. Infatti una baracca di lamiere è stata attaccata alle strutture in opera laterizia delle Terme da una ventina di anni e noi non vediamo l’ora di togliercela.