L’archeoclub ritrova il sarcofago longobardo e chiede di
riportarlo a Calvi
Paolo
Mesolella
Caserta24ore,
13 luglio 2007
L’Archeoclub Caleno va alla ricerca
del sarcofago longobardo, rinvenuto a Calvi Vecchia
nel lontano 1960 e lo ritrova nel cortile del Museo archeologico di Santa Maria Capua Vetere,
abbandonato a se stesso, senza alcun riferimento a Calvi né all’epoca in cui è
stato rinvenuto.
Non
solo: lo ritrova per puro caso perché, dopo essere stato esposto per una
ventina d’anni nell’antiquarium dell’Anfiteatro
Campano, sta per essere sistemato in un deposito.
Eppure
il sarcofago “riscoperto” è di una bellezza unica e meriterebbe di stare in
cattedrale vicino alla lastra di sarcofago della Contessa Gualferada
del quale costituisce molto probabilmente la cassa funebre.
E’
completamente di marmo figurato e rappresenta sei figure alate, divise per tre
da un grande medaglione con vicino cani e conigli. Sul
lato sinistro infatti, vi sono raffigurati un cane,
due putti alati con due conigli in mano ed una figura femminile.
Poi
c’è un medaglione e a destra si ripete la stessa scena del cane dei putti alati
tra i conigli e della figura femminile. Il grande
sarcofago (lungo due metri), sebbene non presenta alcun segno di
riconoscimento, secondo la testimonianza oculare del prof. Mario Di Girolamo
dell’archeoclub caleno, fu
ritrovato negli anni 60, in località San Casto Vecchio, nei pressi della
basilica paleocristiana di San Casto, proprio sotto il ponte dell’autostrada
durante i lavori di costruzione.
Da
allora, dopo la permanenza nell’anfiteatro, se ne erano
perse le tracce fino al ritrovamento di ieri. E’ stato
sistemato, in maniera anonima nel cortile del museo archeologico, nascosto tra
le aiuole, vicino ad altri due interessanti sarcofagi (anch’essi anonimi)
rinvenuti a Castel di Sasso: il primo, presenta
un’interessante iscrizione, il secondo, raffigura a bassorilievo una bella
scena di caccia.
All’interno
di un altro cortile del museo, dove c’è la scala che porta al piano rialzato, i
soci dell’archeoclub hanno visto un altro sarcofago
longobardo molto simile a quello caleno
della principessa Gualferada, con un medaglione ed
una figura togata, ma anch’esso anonimo, non è stato possibile identificarlo.
Sembra
comunque caleno. Da qui la richiesta dell’Archeoclub e del
Presidente prof. Mesolella, di riportare il sarcofago
caleno a Calvi.
Magari in cattedrale per ricongiungerlo con la
lastra di marmo della principessa Gualferata,
sistemata nei pressi della sagrestia. Entrambe, infatti sono stati rinvenuti
nell’area di Calvi vecchia e molto probabilmente costituiscono rispettivamente
la cassa funebre e la lastra dello stesso sarcofago. Piuttosto che giacere
abbandonato, nel più completo anonimato in mezzo ad un cortile o, peggio
ancora, in un deposito, è meglio per Calvi e per la stessa amministrazione calena che ritorni a Calvi nella splendida cattedrale di
San Casto.