LE BUGIE POLITICHE DELL’AMMINISTRAZIONE CIVICA ZACCHIA!!!

            

Calvirisortanews, 09 luglio 2007

 

Vito Taffuri

 

Lo scorso 1° luglio si è tenuto, nell’ambito della festa organizzata dal Partito della Rifondazione Comunista, un convegno sul tema della legalità, cui hanno partecipato, in qualità di relatori, ben poche delle personalità di spicco del mondo della politica e della magistratura inizialmente annunciate.

 

Il convegno, che è risultato un vero e proprio flop in termini di affluenza, si è quindi ridotto all’intervento del primo cittadino, Giacomo Zacchia, che non ha esitato a trasformare il tema della serata nel solito comizio teso a giustificare gli insuccessi e le mancanze della sua amministrazione. Il suo discorso ha toccato diversi argomenti, ed ha fatto uso di quelli che ormai rappresentano luoghi comuni di un personale repertorio di abili raggiri, che abbiamo già ampiamente scardinato con atti ufficiali alla mano, ma che vale evidentemente la pena ribadire ancora una volta.

 

Il sindaco ha esordito parlando della complessità della macchina amministrativa, che si compone di organi politici, deputati a definire gli obiettivi strategici e a formulare atti di indirizzo ai funzionari, i quali sono invece responsabili, in piena autonomia, dell’attività gestionale; gli obiettivi da questi raggiunti, e la loro coerenza con gli indirizzi formulati dalla parte politica, sono poi valutati da un Organo a ciò preposto, definito Nucleo di Valutazione.

 

Enunciazioni di principi che nel nostro comune non trovano, ad evidenza, una pratica applicazione se è vero che, con una modifica regolamentare, i funzionari hanno perso la loro autonomia e sono obbligati a far visionare preventivamente al sindaco ogni loro atto, comprese le determine di affidamento degli incarichi, di impegno spesa e di liquidazione sulle quali, evidentemente, egli pretende di avere la decisione finale (delegittimando così tutto l’impianto normativo citato in apertura di discorso).

 

Per non parlare del citato Nucleo di Valutazione che, pur dovendosi riunire più volte in un anno, funziona a singhiozzo, nonostante i ripetuti inviti della delegazione trattante.

 

Durante il “comizio”, il sindaco è tornato sulla questione dei terreni confiscati, affermando ancora una volta che la sua è stata l’unica amministrazione ad approvare in consiglio una delibera di acquisizione degli stessi (“tarantella” ripetuta dal solito Borrelli sul Mattino di Caserta): tale delibera, come ormai sanno tutti, rappresenta uno spreco di carta e di inchiostro.

 

Essa è infatti, del tutto inutile, visto che i terreni erano già stati acquisiti al patrimonio indisponibile dell’ente nel 2001 – cioè dalla precedente amministrazione – e che l’atto di trasferimento dell’Agenzia del Demanio non necessitava di alcuna presa d’atto, essendo pienamente efficace dalla data di notifica dello stesso, avvenuta nel 2001.

 

Non poteva mancare la trita e ritrita situazione debitoria ereditata dalla precedente amministrazione: il sindaco ha affermato che i mutui contratti pesano sulle casse comunali per oltre 17 milioni di €! Un dato impressionante che, proprio per questo, ci è sembrato poco plausibile; ed infatti, atti alla mano (rilasciati dall’ufficio ragioneria in occasione dell’approvazione del bilancio 2007), le cifre hanno tutt’altra consistenza.

 

Il debito residuo al 30 giugno 2007, relativamente ai mutui in essere – compreso il prestito obbligazionario con il quale l’amministrazione Zacchia ha indebitato il comune sino al 2026 – è di € 4.330.244,64 e non di 17 milioni, somma che comprende anche la quota a carico di Stato e Regioni. Tale importo è perfettamente sostenibile dall’ente (anche ai privati non concedono infatti un mutuo se questi non è in grado di ripagarlo), ed è stato utilizzato per il finanziamento di tutte quelle opere pubbliche che l’attuale amministrazione, in oltre tre anni, non è stata ancora in grado di ultimare: eccezion fatta per la piscina comunale – opera già completata al 95% – che per gravi violazioni delle norme vigenti ha chiuso i battenti.

 

L’indebitamento è invece quello accumulato da questa amministrazione, con riferimento a fatture per spese correnti inevase per oltre 3.000.000,00 di €. Tale importo va poi maggiorato degli interessi moratori, e dei conseguenti atti esecutivi, pari ad oltre 200.000,00 €, somma che costituisce un danno erariale che qualcuno dovrà ripagare.

 

Questa “enorme” (poiché i 3 milioni dovranno essere pagati immediatamente, mentre i 4 milioni in 15 o 20 anni) esposizione debitoria è ricollegabile a problemi finanziari ed organizzativi cui l’amministrazione non ha mai saputo, o forse voluto, porre rimedio, nonostante le tante segnalazioni dei funzionari e dei consiglieri di minoranza.

 

Quando finalmente, dopo tre anni, ci si è decisi ad effettuare una gara per l’affidamento dei tributi a ditte specializzate, la stessa è andata deserta per disaccordi politici ed intrallazzi vari (che in una gara ad evidenza pubblica non dovrebbero sussistere), buttando così in fumo 3.101,94 €, spesi per la pubblicazione del bando di gara, ed aggravando ulteriormente i problemi di liquidità dell’ente.

 

Basti pensare che vi sono creditori in attesa del legittimo pagamento da 2 o 3 anni, e che per morosità erano stati disattivati, da svariati giorni, i depuratori delle acque reflue, con possibili danni di natura ambientale, che come sembra siano tornati a funzionare.

 

Altro argomento toccato dal sindaco è stato quello del servizio di gestione dei rifiuti e della relativa tassa. Per quanto riguarda il servizio in sé, si è definita Calvi un “paese pulito”, e si è auspicato tuttavia che si possa fare ancora meglio: a qualsiasi cittadino che non abbia le classiche fette di prosciutto sugli occhi, risulta invece che il paese non è mai stato così sporco come in questi tre anni, ridotto ormai ad una pattumiera.

 

Il servizio, infatti, viene effettuato con una certa regolarità solo in Via Oreste Mancini e in Lottizzazione S. Nicola (“area a liscio”); per il resto del paese il servizio è deficitario, e possono trascorrere anche 15 giorni tra una raccolta e l’altra, con tutte le conseguenze del caso (cattivi odori, topi e cani randagi).

 

Lo spazzamento delle strade non viene più effettuato, ed i bordi delle stesse sono ormai un cumulo di rifiuti. Riguardo i costi del servizio, il sindaco ha affermato che prima del suo avvento l’ente pagava 58.640,00 € al mese per la sola raccolta dei rifiuti, mentre egli è riuscito a spuntare un prezzo di 30.000,00 al mese. Ha quindi affermato che, con quei costi, la tassa rifiuti sarebbe enormemente aumentata, arrivando ad oltre 600,00 € per un appartamento di 100 metri quadri.

 

La domanda sorge spontanea: se il sindaco è riuscito ad abbattere così tanto i costi del servizio, perché mai ha aumentato la tassa rifiuti del 40%? L’unica certezza è che, con l’amministrazione Zacchia, siamo passati da una tariffa di 1,55 € al metro quadro a ben 2,17 € , da imputare agli elevati costi di smaltimento, dovuti al fatto che, in tre anni, non si è riusciti a raggiungere la percentuale minima di raccolta differenziata del 35% (benché l’assessore Bonacci parli di percentuali stratosferiche, non raggiunte nemmeno dai comuni del Trentino).

 

Con l’esempio portato dal sindaco e le conseguenti tariffe applicabili, poi, avremmo coperto ben due volte il costo del servizio: in altri termini il sindaco “ha dato i numeri”!!! Dire la verità è sempre la politica migliore, ed è alla base della legalità che qualcuno conosce solo per sentito dire, tradendola quotidianamente con i fatti.