Trovato morto
nell’auto: dopo due anni vengono alla luce nuovi
inquietanti sviluppi
Caserta24ore,
6 luglio 2007
Gianluca
Parisi
Trovato
morto nell’auto; dopo due anni vengono alla luce nuovi
inquietanti sviluppi.
Si
apre uno spiraglio nel muro di gomma alzatosi dopo la tragica e misteriosa
scomparsa di Antonio Franco, il giovane caleno trovato privo di vita dal padre a Sparanise due anni fa a mezzogiorno, chiuso nella Fiat 600
della madre.
Il
responso medico-legale fu
chiarissimo: morte avvenuta per collasso respiratorio in seguito ad inalazione
di arsenico, borotalco e stricnina: un vero e proprio delitto a mezzo di
avvelenamento.
Antonio
era chiuso in auto dall’interno, con le chiavi nel cruscotto e non vi furono
elementi che facessero pensare alla presenza di altre
persone. Qualcuno però, forse morso dai terribili sensi di colpa, forse
involontario testimone, ha cominciato a rompere il muro d’omertà di quelli che
Antonio considerava suoi amici.
Il
padre Angelo ha riferito:
“…quella
maledetta notte con Antonio c’erano almeno altre tre persone, delle quali
adesso è prematuro fare i nomi; so che uno dei tre è
sparito dalla circolazione e che vive al Nord, sicuramente il maggiore
responsabile, quello che ha deliberatamente fatto inalare a mio figlio la
miscela mortale. Quella notte, quando hanno visto che Antonio
cominciava a stare male, si sono allontanati; Antonio si chiuse meccanicamente
in auto e cominciò la sua agonia. I criminali che erano con lui
scomparvero letteralmente, condannando a morte mio figlio.
Uno dei tre giunse sul luogo del crimine subito dopo il ritrovamento del corpo di Antonio, un altro, e poi un altro ancora, arrivarono
subito dopo facendo incredibilmente finta di niente: loro sapevano tutto ma non
mossero un dito per salvare la vita a mio figlio. Bastava chiamare il 112,
un’ambulanza. Io e mia moglie sappiamo che nostro figlio vive nel Signore, che
era troppo buono; ma la sua assenza fisica è un dolore che non si può spiegare
– conclude amareggiato il padre”.
Il “caso” fu chiuso per mancanza di prove, nonostante i numerosi indizi; adesso
però Angelo Franco, il padre di Antonio, ritiene sia
giunto il momento di chiedere la riapertura delle indagini; di portare in
tribunale i responsabili di quello che lui definisce reato di omicidio che
quanto meno si prefigura come omissione di soccorso.