CLAMOROSO: LA PISCINA COMUNALE CHIUDERA’ I BATTENTI

            

Calvirisortanews, 6 luglio 2007

 

Vito Taffuri

 

In seguito alle numerose irregolarità emerse durante un sopralluogo dell’A.S.L. e della Polizia Municipale, è stata disposta la chiusura al pubblico della piscina comunale. Il controllo ha infatti evidenziato gravi violazioni di norme urbanistico-edilizie e di pubblica sicurezza che – unitamente a quelle già accertate dal punto di vista amministrativo e che verranno sicuramente riscontrate dal punto di vista igienico-sanitario – vanno a comporre un preoccupante quadro di irregolarità commesse nel completamento dell’opera e nella successiva fase di affidamento. Il sindaco è obbligato, a questo punto, ad emettere ordinanza di chiusura. Ma veniamo ai fatti. Dal punto di vista edilizio, la piscina è risultata priva del certificato di agibilità.

 

La Commissione Comunale di Vigilanza, deputata alla verifica delle norme di sicurezza, non è stata mai ufficialmente costituita dal sindaco – che per legge la nomina e la presiede –, e alla stessa non è mai stata aggregata la Comandante della Polizia Municipale, figura necessaria per il rilascio di una regolare certificazione da parte della Commissione, che è un collegio perfetto.

 

Il parere rilasciato dalla stessa, in data 27/07/2006, è quindi nullo ed inesistente dal punto di vista amministrativo: in altri termini, manca una regolare certificazione tecnica che attesti il rispetto, da parte della struttura, delle norme di sicurezza, e ciò a discapito dell’incolumità dei fruitori della struttura. La ditta “A.S.D. Assonuoto” gestisce l’impianto senza aver previamente ottenuto la necessaria licenza per il pubblico esercizio, senza cioè essere stata autorizzata dal comune.

 

Il contratto con il gestore è stato stipulato solo il 10/01/2007 anziché il 22 maggio 2006, così come prevedevano le norme speciali ed inderogabili del bando di gara (articolo 2, comma II): la ditta “A.S.D. Assonuoto” ha perciò gestito l’impianto, dai primi di settembre del 2006, in assenza di contratto (senza, cioè, alcun vincolo negoziale con il comune), e senza aver previamente versato all’ente il canone annuo anticipato, condizione necessaria per la successiva stipula del contratto.

 

Il gestore non ha stipulato, inoltre, il contratto per la fornitura di acqua potabile, i cui costi vengono indebitamente accollati al comune, in contrasto con le disposizioni del capitolato (che pongono tutte le spese di utenza a carico della ditta). Sembrerebbe non essere stato nemmeno stipulato il contratto per l’erogazione di gas, i cui costi vengono, almeno per ora, parimenti addebitati al comune. La struttura, a quanto ci risulta, è priva anche della vasca di decantazione. Ciò ha potuto determinare lo sversamento diretto nella rete fognaria di acque trattate con additivi chimici che, viste le perdite della rete, potrebbe essere stata fonte di inquinamento delle acque; tanto più se si considera che, per morosità del comune, sono disattivati da svariati giorni i depuratori delle acque reflue. A breve dovranno essere inoltre effettuate, analisi sull’acqua utilizzata per il riempimento della vasca.

 

Tali situazioni erano già state clamorosamente attestate dai funzionari comunali. Nella nota n. 6561 del 04/06/2007, infatti, in risposta all’interrogazione n. 2099 del 19/02/2007, essi dichiarano: che il termine di stipula del contratto è stato ritardato in attesa di documenti essenziali non meglio precisati (ci chiediamo, quindi, come il gestore abbia iniziato l’attività senza un regolare contratto e senza autorizzazione del comune); che la ditta Assonuoto non ha provveduto a stipulare il contratto per la fornitura di acqua potabile (che viene perciò pagata dal comune in contrasto con le disposizioni contrattuali); il certificato di agibilità non è stato rilasciato.

 

Tutti sapevano che l’impianto natatorio non aveva il certificato di agibilità, e non si capisce come possa essere stato messo in funzione un impianto senza i necessari requisiti urbanistico-edilizi. Tali dichiarazioni vanno peraltro a suffragare quanto già esposto dalla minoranza sin dal mese di agosto 2006 (prima, cioè, dell’apertura della piscina), al solo fine di scongiurare eventuali situazioni di rischio igienico-sanitarie e di incolumità fisica degli utenti dell’impianto natatorio.

 

L’amministrazione ha invece sempre negato tali circostanze, che assolutamente non consentivano l’apertura dell’impianto (così come adesso riscontrato dai dirigenti dell’A.S.L.). Il sindaco è andato dritto per la sua strada, autorizzando comunque – in barba alle norme vigenti in materia – la messa in funzione della struttura, ed additando i consiglieri di minoranza come coloro che, a suo dire, volevano impedire l’apertura di una struttura che avrebbe dato lustro alla comunità, dando del “nemico dei cittadini” (dichiarazioni rese dal sindaco in un articolo pubblicato su “Il Mattino” del 29/11/2006, a firma del solito dr. Giuseppe Borrelli) a chi ha cercato invece di tutelare i numerosi ragazzi che avrebbero seguito i corsi di nuoto!

 

A distanza di mesi è saltata fuori la verità, ed è evidente come in questo lungo lasso di tempo il sindaco, con la sua scelta avventata, abbia esposto le centinaia di utenti dell’impianto a gravi pericoli per la loro salute, in un edificio a rischio, mancante di una regolare certificazione di rispetto delle norme di sicurezza, gestito da una ditta non autorizzata.

 

Senza contare ciò che potrebbe emergere da eventuali ulteriori controlli sul rispetto delle norme igienico-sanitarie. Dichiarazioni del tutto infondate e fuorvianti, rese dal sindaco sulla piscina, erano d’altronde all’ordine del giorno. La piscina era stata infatti definita come una di quelle “opere faraoniche” per completare le quali, secondo il sindaco, la sua amministrazione aveva dovuto reperire ulteriori finanziamenti – oltre agli oneri già intrapresi in precedenza – per poterne consegnare qualcuna alla comunità calena. Una nota ufficiale dell’ufficio ragioneria, datata 23/08/2006, attesta invece quanto segue:

 

• la piscina comunale è stata finanziata con l’accensione di un mutuo presso l’Istituto per il Credito Sportivo di € 645.571,12, concesso il 20.06.2001, e di un ulteriore mutuo accesso presso la Cassa Depositi e Prestiti di € 387.342,67, concesso il 24.05.2001, per un totale di € 1.032.913,79;

 

•si registra, inoltre, un’economia sui lavori di € 3.657,59 (salvo verificare se vi siano ulteriori pagamenti da effettuare oltre le fatture inevase sopra riportate).

 

•E’ evidente, quindi, che non solo non sono stati accesi ulteriori mutui da parte dell’attuale amministrazione per il completamento della piscina comunale, ma che sui finanziamenti ottenuti dalla precedente amministrazione sono state addirittura registrate delle economie pari ad € 3.657,59. I consiglieri di minoranza, dal canto loro, hanno presentato un’interrogazione consiliare sull’argomento, alla ricerca delle responsabilità tecniche e politiche sottese a questa triste vicenda (che avrà sicuri risvolti di natura penale).

 

Giova ricordare che il sindaco presiede la Commissione di Vigilanza sui locali di pubblico spettacolo e che aveva preso l’impegno – durante un’intervista rilasciata a Telecapri Sport – di aprire l’impianto natatorio nel mese di settembre 2006: ma anche questa volta scommettiamo che inizierà il valzer delle responsabilità e dello scaricabarile da parte dei politici sui tecnici, o di certa stampa faziosa su corvi, uccellacci e volatili vari. Speriamo ora che gli utenti che hanno anticipato notevoli somme per l’iscrizione, vengano tenuti indenni dai danni cagionati da questo ennesimo pasticcio dell’amministrazione.

 

Nel frattempo la stessa dovrà attivarsi per mettere in sicurezza l’impianto, attraverso misure ed interventi che, per legge, avrebbe dovuto realizzare prima della sua messa in funzione, al fine di evitare altri rischi per gli utenti. Al termine di tali lavori, il sindaco potrà poi presenziare alla terza cerimonia di apertura, con la speranza che stavolta possa essere l’ultima! Nel comunicato stampa ufficiale del 21/11/2006, il sindaco aveva avuto queste belle parole di stima nei confronti dello scrivente “Siamo costretti quotidianamente a leggere articoli scritti dal fratello di un consigliere comunale di minoranza colmi di calunnie e diffamazioni gravissime. Tutto questo è inaccettabile, e chiediamo aiuto all’autorità giudiziaria competente”.

 

Quelle “calunnie” e quelle “diffamazioni” trovano, però, riscontro negli atti ufficiali rilasciati dal comune: l’autorità giudiziaria – che il sindaco aveva invocato per mettere a tacere chi, appellandosi alla libertà di parola e di pensiero riconosciuta dalla costituzione, riporta la verità sugli accadimenti della politica locale – con le sue indagini sta quotidianamente suffragando e sostanziando di verità le nostre “calunnie” e le nostre “diffamazioni”, a discapito delle fantasiose “verità Zacchiane”. Ma siamo solo alla punta dell’iceberg, poiché il bello deve ancora venire (in pentola bollono infatti le inchieste su: Consorzio GEA, autovelox, cimitero, polivalente, campo di calcio, lottizzazioni, rifiuto di atti d’ufficio, pratiche del terremoto e condoni edilizi, mobbing, parco giochi, condizionamenti esterni, appalto alla GMC, comportamenti antisindacali, minacce ed intimidazioni, omissioni, violazioni dei doveri d’ufficio, abusi ed illegittimità varie,…), specie se verrà attivata la Commissione d’accesso da parte del Prefetto di Caserta, atto che a questo punto sembra dovuto. E pensare che la piscina era stata pubblicizzata come il “fiore all’occhiello” dell’amministrazione Zacchia: se questo è il fiore all’occhiello, i cittadini dovrebbero seriamente preoccuparsi!!!