Scandalo rifiuti: interpellanza del Senatore Giulio Marini
Pupia.tv, 21 giugno 2007
CASTELVOLTURNO
Scandalo Rifiuti: notificati avvisi di garanzia a Giuseppe
Valente e a tre complici. Questo accadeva lo scorso mese di maggio a
seguito di intense indagini dei carabinieri della
stazione di Castelvolturno e coordinate dal pm della procura della repubblica di Santa Maria Capua Vetere, Donato Ceglie.
Emessi quattro avvisi di garanzia ai danni di: Giuseppe Valente,
cinquantasettenne di Mondragone, in
qualità di rappresentante del consorzio intercomunale per i rifiuti, Ce4
e del braccio operativo Egea spa; Isidoro Perrotta,
quarantacinquenne di Caserta, quale coordinatore tecnico e dipendente del
Ce4-Egea spa; Sebastiano Izzo, quarantaseienne
di Calvi Risorta, in qualità di coordinatore tecnico e dipendente del Ce4-Egea
spa; Raffaele Sarnataro, quarantanovenne di
Napoli, quale amministratore unico della So.Ge.Ri.
spa. I reati si riferiscono al periodo che va dal gennaio del 2001 al luglio
2007. Nello specifico i suddetti sono accusati di aver gestito non in
conformazione delle vigenti leggi sull’ambiente, le due discariche presenti in
località Bortolotto a Castelvolturno:
quella “So.Ge.Ri” e quella “Bortolotto”.
Il consorzio Ce4-Egea spa e la società
che gestiva le discariche – gestione che ha inizio il dieci gennaio del 2002 -
con più atti eseguiti, perpetuavano un disegno criminoso per il quale eludevano
le disposizioni di legge riguardanti la gestione delle discariche dei rifiuti. Proprio a
causa di tali responsabilità, i sopraelencati hanno causato un grave disastro
al ciclo produttivo agricolo e alimentare (ambientale).
In particolare il percolato prodotto dai rifiuti non veniva raccolto, ma sparso nei terreni circostanti non
adibiti a discarica, al punto da causare un disastro ambientale per il quale i
suddetti sono stati raggiunti dall’avviso di garanzia. Nuova
tegola giudiziaria per Valente, che con l’inizio dello scandalo rifiuti era
stato travolto da accuse gravissime quali legami con la camorra, truffa ai
danni dello Stato, corruzione, affare dei rifiuti gestito con la malavita,
pagando una tangente ai La Torre di Mondragone,
insieme ai fratelli Orsi, Claudio De Biasio e altre cinque
persone.
Questi i fatti noti alla cronaca di un mese fa,
oggi il sentore di Forza Italia Marini Giulio presenta una interpellanza
verso il Ministro della Giustizia e dell’Interno proprio su questa
vicenda, si legge:
“con ordinanza RGNR n. 49946, del 26 marzo 2007, emessa dal
Tribunale di Napoli, sezione del giudice per le indagini preliminari (Ufficio
XII), a firma del Gip dott. Alessandro Buccino Grimaldi, ha portato all'applicazione di
misure cautelari nei confronti di Salvatore Andreozzi,
Claudio De Biasio, Michele Orsi, Sergio Orsi, Elisa
Flora Orsi, Vittorio Parrella, Giovanni
Romano, Giovanni Trapani, Giuseppe Valente, Augusto La
Torre, Salvatore Orabona, Giuseppe
Frugnoli, Giacomo Frugnoli, Vincenzo Filoso,
Geannro Sorrentino,
Giuseppe Diana, Francesco Bidognetti, Luigi
Guida, Nicola Alfiero; limitatamente a Claudio De
Biasio (quale direttore del Consorzio Ce/4), Michele Orsi (nel ruolo di amministratore di fatto
della Eco4 S.p.A., della Flora Ambiente s.r.l., della ditta Parrella,
della Enterprais s.r.l.,
della "Ambiente e territorio s.r.l."), Sergio
Orsi e Elisa Flora Orsi (quale amministratore formale della Flora Ambiente s.r.l.),
Vittorio
Parrella (quale amministratore formale della
ditta omonima), Giovanni Trapani, (quale amministratore formale della Enterprais s.r.l.) Giuseppe Valente, (quale
presidente p.t. del consorzio Ce/4 e amministratore
della "IMP.RE.GE.CO. ARL") - Le imputazioni
fanno riferimento ai delitti di cui agli artt. 110,
112 n. 1) e 4), 81 cpv., 640
cpv. n. 1), 61 n. 7), n. 9) del Codice penale, e 7 della legge 203/1991;le ditte sopra citate sono tutte società impegnate nel
settore ambiente nelle province di Napoli e Caserta; il Consorzio denominato
CE/4, con sede legale a Sessa Aurunca (Caserta), con
finalità statutarie nella raccolta e smaltimento dei rifiuti, è costituito da
20 Comuni della provincia di Caserta e la società ECO/4 S.p.A. è una società
mista a prevalente capitale pubblico del CE/4; atteso che:la vicenda
giudiziaria si sviluppa in un ambito territoriale, quello campano, e in un
contesto temporale interessato da una particolare emergenza nel settore dello
smaltimento e della raccolta dei rifiuti solidi urbani; la gravità della
situazione ha portato il Commissario straordinario per l'emergenza rifiuti in
Campania, dott. Guido Bertolaso, a paventare
la richiesta di intervento da parte dell'esercito; gli interessi delle
organizzazioni malavitose operanti sul territorio in oggetto si sono concentrati
in modo precipuo su attività riconducibili alla filiera dei rifiuti, il livello
di crisi raggiunto e gli intrecci economico-malavitosi hanno portato
all'istituzione della speciale Commissione parlamentare d'inchiesta sul ciclo
dei rifiuti; il perdurare di tale emergenza ambientale potrebbe comportare
gravi rischi per la salute dei cittadini, come ampiamente e recentemente
denunciato dall'Oms;
considerato che:
per quanto
riportato in alcuni stralci di intercettazioni ambientali che la Direzione
distrettuale antimafia presso il Tribunale di Napoli ha fin qui raccolto, e
dalle stesse considerazioni che gli inquirenti traggono da esse, e dagli
intrecci accertati tra le società che operano nel settore dello smaltimento dei
rifiuti e i giornalisti emerge un quadro di assoluta gravità;
considerato che:
come accertato
dalla Procura della Repubblica presso il tribunale di Napoli, Direzione
distrettuale antimafia, attraverso intercettazioni ambientali e interrogatori,
sono in essere pericolose connessioni tra le attività criminose in oggetto e
società editrici e singoli giornalisti;
tale intreccio
sta determinando un clima di pressioni e di intimidazioni nei confronti dei
magistrati inquirenti, tale da compromettere la continuità dell'operato della
magistratura, si chiede di sapere:
se i
Ministri in indirizzo siano a conoscenza del livello di interconnessione tra
gli ambienti criminali e quelli economico-editoriali in essere sul territorio
in oggetto;
se siano a conoscenza delle gravi pressioni poste in essere sui magistrati che operano sul fronte dello smaltimento dei rifiuti, pressioni che hanno indotto alcuni di essi a chiedere il trasferimento.