I
FUNZIONARI SMENTISCONO CLAMOROSAMENTE IL SINDACO ZACCHIA SALTANO FUORI VERITA’
FINORA INSABBIATE
Calvirisortanews, 16 giugno 2007
Vito Taffuri
I funzionari di fiducia del sindaco, ormai sotto la lente di ingrandimento della Procura e della Prefettura, iniziano
ad agire con maggiore prudenza evitando, come avevano sempre fatto in
precedenza, di aggravare la loro situazione con attestazioni del tutto
infondate, ad uso e consumo dell’amministrazione. In
risposta ad alcune interrogazioni consiliari della minoranza, infatti, i
funzionari hanno rilasciato dichiarazioni “sconcertanti”, che smentiscono
precedenti dichiarazioni ufficiali del sindaco e degli assessori.
In particolare, con la nota n. 6458 del 01/06/2007, in risposta all’interrogazione n. 3420 del 22/03/2007, i
quattro funzionari responsabili dei settori attestano che “Il Comune, stando
alla relazione dei Revisori dei conti, non ha rispettato il P.S.I. per l’anno
2006, ne segue che la discussione sia, ormai di natura politica piuttosto che
tecnica”.
I funzionari, quindi, hanno ammesso che il Patto di
Stabilità 2006 non è stato rispettato – riconoscendo quindi che i consiglieri
di minoranza avevano perfettamente ragione, così come da loro sostenuto
nell’interrogazione n.95 del 04/01/2007 e nelle sedute consiliari del 28
febbraio e del 30 aprile –, smentendo loro stessi e gli amministratori che,
nella nota n. 1434 del 02/02/2007, ne avevano invece attestato il rispetto.
Lo stesso sindaco, ben oltre le proprie competenze, aveva
esercitato una sconcertante influenza sui revisori, più o meno
esplicita, affinché avvalorassero il rispetto del Patto, basandosi su conteggi
firmati dal responsabile finanziario. La conclusione che possiamo
trarre da questa vicenda, alla luce di queste ultime dichiarazioni, è che gli
amministratori avevano quindi cercato di raggirare il consiglio, il collegio
dei revisori e la cittadinanza tutta, inscenando il rispetto del Patto di
stabilità nonostante che i numeri e la Corte dei Conti gli dessero torto.
Successivamente gli stessi, secondo alcune
relazioni dei consiglieri di minoranza lette nel consiglio del 28 febbraio,
hanno minato la serenità d’animo dei revisori che si accingevano ad una
valutazione oggettiva dei dati contabili. Dopo l’attestazione
ufficiale del mancato rispetto, il sindaco ha perseverato nel suo atteggiamento
ostile nei confronti dei revisori, indirizzando loro due missive con le quali
chiedeva – senza averne titolo – di fornire dettagliate spiegazioni sui
conteggi effettuati entro gli improrogabili termini da lui fissati,
prospettando ricorsi in caso contrario.
Il tutto basandosi sui contrasti tra i conteggi del
collegio dei revisori e quelli del responsabile finanziario, che non hanno nessun valore, poiché l’unico organo deputato alla
verifica annuale del Patto era il collegio dei revisori e non il responsabile
finanziario. Morale della favola: i consiglieri di minoranza ed il collegio dei
revisori avevano ragione, e nessuno di questi – seguendo in ciò la sorte di alcuni funzionari – è stato riconfermato a marzo;
l’amministrazione ha infatti eletto un revisore di Sparanise,
benché a Calvi vi fossero numerosi professionisti.
Per quanto riguarda il cimitero,
nella nota 2311 del 23/02/2007 i responsabili dei settori, in risposta
all’interrogazione n. 994 del 24/01/2007, in merito alle economie registrate
sui lavori di ampliamento, attestavano che “ i fondi saranno utilizzati per il
miglioramento e la sistemazione dell’area interna ed esterna del Cimitero
comunale”. Nella nota n. 6561 del 04/06/2007, invece, gli stessi responsabili, in risposta all’interrogazione n. 2099 del 19/02/2007,
attestano che tali fondi (ammontanti per ora ad € 359.172,30 €, ma che a saldo
interamente versato ammonteranno ad oltre 500.000,00 €) saranno utilizzati per
ampliamento e spese di manutenzione inerenti l’intervento.
Si attesta inoltre, letteralmente che “i lavori sono
ultimati e sono in corso le opere di completamento”: espressione
incomprensibile! Se i lavori non sono completati perché è stato già richiesto
il saldo ed è stato effettuato il sorteggio?
Perché dal sorteggio sono stati esclusi coloro
che non erano tenuti a versare il saldo? Se le spese di manutenzione verranno effettuate a distanza di anni, perché i cittadini
sono stati chiamati a versare ora le somme necessarie? È mai possibile che la
manutenzione possa costare quasi come la costruzione dei loculi? Perché gli amministratori hanno bocciato la delibera della
minoranza per la restituzione di 1.000,00 € ad ogni richiedente la concessione?
Non lo sapremo mai!
Clamorose sono poi le dichiarazioni rilasciate dai
funzionari sulla piscina comunale. Nella nota n. 6561 del 04/06/2007, infatti, in risposta all’interrogazione n. 2099 del 19/02/2007, essi
attestano: che il termine di stipula del contratto è stato ritardato (da maggio
2006 a gennaio 2007) in attesa di documenti essenziali (ci chiediamo quali
siano questi documenti e come il gestore abbia iniziato l’attività senza un
regolare contratto); che la ditta Assonuoto non ha
provveduto a stipulare il contratto per la fornitura di acqua potabile (che
viene quindi pagata dal comune in contrasto con le disposizioni contrattuali);
il certificato di agibilità non è stato rilasciato.
L’impianto natatorio non avrebbe, quindi, il certificato di agibilità, e non si capisce come possa essere stato messo
in
funzione l’impianto senza l’agibilità.
Tutte dichiarazioni che vanno a suffragare quanto già esposto dalla minoranza e
sempre negato dall’amministrazione, e che non consentivano e non consentono
tuttora l’apertura dell’impianto.
In un articolo del 13/01/2007, dal
titolo “I genitori: campo di calcetto nel degrado. Un rischio per i bimbi che vanno
al parco”, il sindaco dichiara: “«Purtroppo, quando si è parlato di dare in
gestione il campo di calcio a cinque, affinché i costi di manutenzione vengano sollevati dalle casse comunali ci si è scontrati
contro chi affermava che i ragazzi dovevano giocare a calcetto gratis, e per
questo motivo la questione si è arenata. Ora, però, che sussiste una questione
di salvaguardia dell’incolumità delle persone penso
che si potrà serenamente discutere di assegnare la struttura a qualche soggetto
che possa metterla in sicurezza e offrire un servizio ai cittadini che sia
valido e funzionale; il tutto senza ulteriormente gravare le casse comunali»”.
Tale dichiarazione del sindaco è stata riportata,
esattamente, anche in un articolo del 15/09/2006.
Ebbene, i costi di manutenzione effettuati per la suddetta
struttura a partire dal 15/06/2004 (data di insediamento
dell’attuale amministrazione) ammontano esattamente ad € 0,00, come attestato
ora, nella nota n. 6561 del 04/06/2007, a firma dei responsabili dei settori ed
in risposta all’interrogazione n. 2099 del 19/02/2007, dove si legge “non è
stato eseguito nessuno intervento di manutenzione ordinaria/straordinaria al
campo di calcio a cinque in esame”.
Ne è testimonianza, tra l’altro, lo
stato di degrado in cui versa la struttura, oggetto anche di un servizio
televisivo trasmesso nel mese di luglio 2006 dall’emittente locale Telecapri Sport. Non si capisce, dunque, quali siano i costi di manutenzione da sollevare dalle casse
comunali cui si riferiva il sindaco.
Anche l’ex sindaco Antonio
Caparco interviene sulle tante dichiarazioni del sindaco, rivelatesi del tutto
infondate, e dice la sua sulla questione dei terreni confiscati: “Il
travisamento dei fatti e della realtà tocca l’apice quando il sindaco afferma:
“Noi vogliamo ribadirlo, siamo stati l’unica amministrazione comunale che, in
nome della legalità, ha acquisito al patrimonio dell’ente i terreni confiscati
alla camorra, e per i quali ha presentato un progetto di riqualificazione ed
una richiesta di finanziamento ex lege; attività
questa che, da circa 8 anni, il Consiglio Comunale non aveva mai svolto prima”.
La delibera cui si fa riferimento è la n. 4, approvata dal
C.C. nella seduta del 28/02/2007. Con tale documento il Consiglio comunale
prende atto del provvedimento n° 27795 del 05/11/2001, con il quale l’Agenzia
del Demanio ha disposto il trasferimento al patrimonio indisponibile del comune
di Calvi Risorta di un terreno, confiscato per
finalità istituzionali. Tale delibera è del tutto inutile dal punto di vista
amministrativo, ed è finalizzata ad una mera “speculazione politica”, poiché
con il citato provvedimento n. 27795 del 05/11/2001 dell’Agenzia del Demanio è
stato già disposto il trasferimento al patrimonio indisponibile del comune del
terreno confiscato: tale atto ha efficacia immediata dalla data di notifica e
non necessità, pertanto, di alcuna presa d’atto.
I terreni erano perciò già stati acquisiti nel 2001 al
patrimonio indisponibile dell’ente, come comprovato dalle visure
catastali complete dei terreni. Non solo. Con delibere di giunta del 2003 sono stati approvati lo studio di fattibilità e il progetto
dei lavori denominati “Sistemazione a parco ed attrezzature per lo sport ed il
tempo libero dei fondi in località Cortemanne
disponibili da confisca”, per € 1.500.000,00, ai fini della riqualificazione
dell’area.
Con deliberazione di C.C. n. 17 del 25/09/2003 è stata
disposta la richiesta del formale impegno alla Cassa Depositi e Prestiti, per €
1.500.000,00, per il finanziamento di tale lavoro, che è stato concesso il
25/11/2003. Il comune aveva quindi tre anni di tempo, a far
data dal 25/11/2003, per attivare uno o più mutui; alla scadenza del
triennio di validità, infatti, le somme non assunte a mutuo sarebbero state
disimpegnate dalla Cassa.
Il 15/06/2004 si insedia la nuova
amministrazione del sindaco Giacomo Zacchia, la quale si è contraddistinta –
oltre che per le continue violazioni di leggi, e di norme statutarie e
regolamentari, e per gare irregolari appaltate, a prezzi esorbitanti – per non
aver mai completato l’iter già avviato dalla precedente amministrazione per la
riqualificazione dei terreni confiscati – nonostante due solleciti della
Prefettura – e per aver fatto scadere, inutilmente, anche il termine del
25/11/2006 per l’attivazione dei necessari finanziamenti. In data 28/02/2007 –
anche a seguito di alcuni articoli coraggiosi apparsi
su quotidiani locali e con una opposizione che ha paventato la possibilità di
richiedere l’attivazione di una Commissione d’accesso – viene quindi
“strategicamente approvata” la suddetta delibera n. 4 che è del tutto inutile
dal punto di vista amministrativo. Dal punto di vista politico, invece, viene spesa dal sindaco per tentare di distogliere ogni
sospetto di condizionamento esterno nei confronti della sua amministrazione.
Emerge, invece, con estrema chiarezza, che l’attuale
amministrazione, in ben tre anni, ha adottato un atto la cui finalità è stata
già raggiunta nel 2001, ed ha fatto cadere nel nulla il progetto di
riqualificazione già predisposto dalla mia amministrazione e la concreta
possibilità di finanziamento dello stesso.
Come se non bastasse, nel bilancio pluriennale 2007/2009
non vi è alcuna traccia dei lavori di riqualificazione dei terreni confiscati
che il sindaco afferma di voler attuare, e dei finanziamenti che vorrebbe
ottenere: in cinque anni di mandato, quindi, l’amministrazione del sindaco
Zacchia non ha in programma di chiudere un progetto che avrebbe dovuto concludere nel 2004! Nella strategia politica di riciclaggio
sotto nuove vesti, rientra anche l’organizzazione di un “convegno sulla
legalità”, organizzato per il 28 giugno p.v., al quale sono state invitate personalità di spicco del
mondo della politica e della magistratura.
È quanto mai risibile un convegno sulla legalità
organizzato da un’amministrazione che agisce, quotidianamente, nel più totale
dispregio del principio di legalità; un’amministrazione su cui grava il
sospetto di essere stata fortemente appoggiata, in campagna elettorale, da
ambienti di estrazione camorristica
(si vedano le interrogazioni dei senatori Michele Florino - atto n. 4-10241
pubblicato il 28 febbraio 2006 - ed Emiddio Novi, atto n. 4-01962 del 16 maggio
2007; si vedano i recenti articoli apparsi su “Il Giornale di Caserta”; si
vedano i numerosi esposti e fascicoli aperti presso ogni organo di polizia
giudiziaria); un’amministrazione che tenta continuamente di zittire la stampa e
persino i consiglieri che, nell’esercizio di critica politica, si “azzardano”
ad affiggere un manifesto che racconta delle verità scomode; un’amministrazione
il cui sindaco ha già un avviso di garanzia per concorso in abuso d’ufficio,
mentre il suo funzionario di fiducia ha una sfilza di avvisi di garanzia per
ipotesi di reato molto gravi; un’amministrazione che, da un momento all’altro,
potrebbe essere destinataria di provvedimenti clamorosi da parte delle varie
autorità che indagano a tutto spiano da un paio di anni”.
Dichiarazioni dure quelle di Caparco che – unitamente a
quelle riportate nel nostro articolo “Quando la stampa è asservita alla
politica” – vanno ancora una volta a suffragare quanto denunciato dalla minoranza,
e a screditare ogni dichiarazione ed azione del sindaco e degli attuali
amministratori.