Alla Media Cales un libro sulle guerre dimenticate

 

(Paolo Mesolella)

 

Caserta24ore, 08 giugno 2007

 

Un libro sulle guerre più o meno dimenticate. Quelle dei nostri giorni, sentite per televisione ma non studiate a scuola e,  forse, nemmeno conosciute dai nostri studenti.

 

Le guerre di oggi, che l’influenza dei media rende più o meno visibili in un mondo come il nostro, che si interessa di altre cose. Ed in una scuola che al massimo arriva a studiare la seconda guerra mondiale.

 

E’ sicuramente da apprezzare quindi questo esile, ma interessante libro dei ragazzi della classe 3^ C della Scuola Media di Cales su “L’influenza dei media su alcune guerre che si stanno combattendo nel mondo”.

 

Da apprezzare per diversi motivi: non solo perché ci fa capire come sono svegli i nostri studenti della scuola media, ma anche perché ci spiega l’influenza dei media oggi, in maniera semplice ma esauriente.

 

Il libretto, pubblicato a cura della professoressa Carmela Izzo, rappresenta il felice esito di un interessante laboratorio di storia. Un capitolo di storia, purtroppo trascurato, che sotto forma di inchiesta viene finalmente studiato anche a scuola.

 

Le guerre in Iraq, in Afganistan, in Israele, in Columbia, in Congo e nella Repubblica democratica dello Sri Lanka, vengono passate al setaccio attraverso le varie fonti di informazione per scoprire che, effettivamente esistono guerre di Serie A e di Serie B.

 

“Esaminando alcune guerre che si stanno combattendo nel mondo - scrivono i ragazzi della 3^ C della scuola Media “Cales” - ci siamo resi conto che alcuni conflitti, vengono sponsorizzati dai media e altri invece appaiono quasi dimenticati. Ci siamo chiesti allora se è legittimo parlare di guerre di serie A e di serie B dato che esiste un evidente asimmetria e squilibrio tra i vari conflitti. L’analisi da noi effettuata, osservando la programmazione telematica, radiofonica e giornalistica, dimostra come le agenzie di informazione ripetano prevalentemente notizie e immagini, in cui i conflitti per diversi motivi, soprattutto economici, interessano direttamente le sorti del nostro Occidente. Nell’altra parte, la percentuale delle notizie relative al Sud del mondo è scarsa perché è legata per lo più a catastrofi naturali o umanitarie”.

 

Un’analisi, semplice, ma tutto sommato realistica ed efficace delle nostre guerre dimenticate.