L’ANTICA
CALES, TRASFORMATA IN DISCARICA A CIELO APERTO
Calvirisortanews, 26 maggio 2007
Vito Taffuri
Le bellezze archeologiche calene,
ormai trasformate in pattumiere di rifiuti.
Insomma, allo stato di abbandono,
grazie alla politica messa in campo dall’assessore ai beni culturali Piero Ulderico
Salerno che, nonostante sia sotto gli occhi di chiunque il degrado, continua ad
affermare che si sta facendo tanto per la città di cales.
Allora abbiamo deciso di ricordare che il nostro tesoro, potrebbe dare lavoro a
centinaia di giovani, ma per colpa dei nostri amministratori che non sanno
amministrare, per incapacità politica, siamo al
capolinea.
Però, c’è da sottolineare che
comunque qualcuno ci sta guadagnando e sono proprio loro i tombaroli, che ogni
notte, colpiscono con violenza la storia, l’arte, e soprattutto rubando magari
oggetti che hanno un valore inestimabile, come qui ricordato.
L’antica Cales, nei pressi dell’attuale Calvi Risorta, fu dal 334 a.C. colonia romana,
preposta a funzioni di controllo della zona ai confini settentrionali della
Campania antica, nel territorio degli Ausoni. Relativi alla fase protostorica, arcaica
e preromana dell’abitato sono le testimonianze emerse
nel corso d’indagini eseguite negli anni scorsi ai lati dell’Autostrada del
Sole, che attraversa l’area urbana, ed i corredi funerari delle necropoli.
Della città antica, che si conserva in tutta la sua
estensione, rimangono, anche se non chiaramente
leggibili, interessanti evidenze archeologiche: la cinta muraria, alcuni tratti
sono in opera quadrata e il cosiddetto Ponte delle Monache, scavato nel banco
tufaceo per consentire il passaggio della strada che si dirigeva verso l’agro
Falerno, presso il quale è stato di recente esplorato un edificio pertinente a
un santuario urbano con stipe votiva.
Ma tra le più cospicue testimonianze sopravvissute, tutte di età romana, occorre ricordare: l’Anfiteatro, risalente al
I secolo a.C. con successive fasi di età imperiale; il complesso delle Terme centrali,
anch’esso degli inizi del I secolo a.C., che conserva
quasi integralmente parte degli ambienti, taluni ancora con la decorazione in
stucco; e quello delle Terme settentrionali, databili al II secolo d.C., i cui resti sono visibili lungo l’asse viario principale
della città antica.
Non lontano si osservano le strutture del Teatro, forse di epoca sillana, con successivi rifacimenti di epoca imperiale, del quale di recente è stata posta in luce la cavea costruita su gallerie a doppia arcata; ed infine i ruderi di un castellum aquae e di un edificio templare su podio di età imperiale, da identificare probabilmente con il Capitolium del Foro.