Il
presidente dell’Archeoclub Caleno denuncia lo stato
d’abbandono del Casino Reale Borbonico del Demanio di Calvi
Caserta24ore,
25 maggio 2007
Gianluca
Parisi
Se la Reggia borbonica di Carditello
è in balia dei ladri, il Real Casino borbonico nel
Demanio di Calvi, nel comune di Sparanise, non è da
meno.
Di
questi giorni il furto dello stemma reale sull’entrata, di due acquasantiere di
marmo ed il tentato furto del pavimento. Un patrimonio inestimabile, un tempo riserva di caccia di Ferdinando
di Borbone, oggi completamente abbandonato a se
stesso al punto che tra qualche anno di esso non
resterà pietra su pietra.
Sono rimasti i
ruderi abbandonati: le galitte, le scuderie, gli
alloggiamenti dei soldati, la Cappella Reale sfondata. Una parte del Casino è
stata demolita per far passare la strada, un’altra parte è diventata una grande discarica.
Eppure cinquant’anni fa il
Casino Reale del Demanio di Calvi era completamente integro. Poi nel 1943, i
tedeschi, durante la ritirata lo hanno bombardato. Dopo il bombardamento rimasero, a sinistra l’alloggiamento dei soldati trasformato
col tempo in caserma dei carabinieri (ci sono ancora dentro i resti di un
archivio), a destra la scuderia utilizzata per i cavalli, al centro la Cappella
Reale e due altri locali utilizzati come scuola elementare fino ad una
ventina d’anni fa.
Oggi la
Cappella Reale, nonostante sia rimasto qualche stucco, presenta delle crepe che
tra qualche anno la spezzeranno in due. Eppure il
casino di caccia borbonico del Demanio di Calvi è sicuramente il monumento
storico più importante che c’è nel Comune di Sparanise.
Dalle Piante
della Tenuta e del Casino reale di Calvi prodotte
dall’arch. Angelo Notarangelo nel dicembre 1910, si
può ben capire la vastità del complesso: 3.869.000 mq di superficie, la Torre
d’Occidente 608 mq., il Casino Reale 1248 mq. (con 12 stanze e due saloni al
primo piano, 14 stanze, la cappella, il fienile e due stanze al pianterreno).
Poi un casone di 2174 mq. ed una casina di 176 mq., per un totale di 4485 mq. di superficie abitativa.
Davanti al
casino, invece, c’erano uno spiazzo ellittico per le corse dei cavalli, un
bosco e 13 parchi. Poi il fronte principale del casino ospitava il circo dove avvenivano
le corse dei cavalli.
Dal Demanio di Calvi, Ferdinando IV di Borbone
Re delle Due Sicilie, di Gerusalemme, infante di
Spagna, Duca di Parma e Gran Principe ereditario di Toscana, scriveva spesso
alla sua seconda moglie Lucia Migliaccio, duchessa di Floridia. Il re
Ferdinando era legato a Lucia Migliaccio dal 1811. Che non si trattasse di una semplice avventura fu provato dal
matrimonio morganatico tra i due (in cui la Migliaccio diveniva moglie ma non
regina), celebrato a soli due mesi dalla morte di Maria Carolina.