Presidio, il Comune
contro l’Asl
GIUSEPPE BORRELLI
Il Mattino, 17 maggio 2007
Calvi Risorta.
L’amministrazione comunale calena è sul piede di guerra contro l’ASL CE 2; dopo la
chiusura della guardia medica di Sparanise, Calvi chiede
che venga eseguita la disposizione della Regione
Campania per l’assegnazione del Presidio Sanitario unità territoriale (P.S.A.U.T.) alla comunità calena.
Con una formale delibera di protesta,
infatti, la maggioranza consiliare si oppone alla determinazione dei vertici
sanitari che hanno individuato Capua come sede del
servizio; e lo fa cercando l’appoggio dei comuni di Pignataro
Maggiore, Sparanise, Rocchetta e Croce e Giano
Vetusto che sono stati danneggiati dalle scelte dei vertici aversani,
come nel caso della dismissione del presidio di Sparanise.
Una querelle,
quella tra il Comune e l’amministrazione sanitaria del territorio CE 2, che
rischia di divenire un vero e proprio scontro istituzionale; ciò in ragione del
fatto che la maggioranza capeggiata dal Sindaco Giacomo Zacchia non intende
minimamente recedere dalla deliberazione regionale che solo pochi mesi fa
individuava Calvi Risorta come comune capofila per la realizzazione del
presidio sanitario.
Nel Bollettino Ufficiale della Regione
Campania del settembre 2005, infatti, era chiaramente riportato come l’amministrazione
regionale avesse determinato che l’agro caleno, e nello specifico Calvi Risorta, sarebbe dovuta divenire la
sede dei nuovi Psaut che l’Azienda sanitaria stava
per istituire.
Tale programmazione veniva
pienamente disattesa dagli organi sanitari che, invece, nominavano Capua come sede del presidio.
«A questo punto anche una persona
inesperta capirebbe che questa decisione è illogica e non tiene conto delle
reali necessità del territorio - commenta il Sindaco di Calvi
Giacomo Zacchia - poiché Capua è già sede di
un ospedale e quindi non avrebbe nessun senso mettere un presidio aperto 24 ore
su 24, giorno e notte per 365 giorni all’anno, in un luogo dove già esiste un
ospedale che per sua natura già assolve a tali funzioni. Per questo la nostra
comunità, unitamente a tutti gli altri comuni coinvolti nell’area che avrebbe dovuto essere servita dal Psaut,
si sente fortemente urtata da questa determinazione dell’amministrazione
sanitaria e pertanto verranno poste in essere tutte le forme di protesta che la
legge ci consente».