IL GOVERNO
CONSILIARE, GUIDATO DAL SINDACO ZACCHIA, RACCONTATO IN QUATTRO PUNTATE...
Vito Taffuri
Calvirisortanews, 15 maggio 2007
È ormai risaputo che non esistono più ideologie politiche;
senza voler essere qualunquisti, parole come “destra” e sinistra” non evocano
più visioni politiche, valori e comportamenti ben definiti ed identificabili.
Tuttavia il modo di essere del singolo politico, la sua condotta morale ed il
modo di gestire la “cosa pubblica” dovrebbe essere pressoché costante nel
tempo.
Non per tutti, però, come dimostra l’emblematico
caso dell’assessore alle finanze, Ermanno
Izzo.
Sorprendente appare infatti il
confronto tra ciò che l’attuale assessore andava professando, durante i suoi quasi
10 anni di opposizione, e quello che ha posto in essere nel momento in cui –
ricoprendo due importanti assessorati nel governo Zacchia – ha avuto
l’occasione di realizzare.
Da leader dell’opposizione, l’assessore doveva garantire
che l’operato del sindaco e della giunta fossero
corrispondenti alla legge e agli indirizzi impartiti dal consiglio. Al fine di
poter espletare questo essenziale compito di
controllo, egli ha sempre richiesto, e puntualmente ottenuto dagli uffici,
tutti gli atti e le informazioni di cui aveva bisogno. Oggi che l’attuale
sindaco ed i suoi funzionari – dimentichi del famoso “Palazzo di vetro” –
negano spudoratamente l’analogo diritto ai consiglieri di minoranza – fregandosene
della legge, delle diffide, delle denunce e delle decisioni dei
difensori civici provinciale e regionale – non si è udita alcuna voce di
protesta da parte dell’assessore alle finanze, al fine di tutelare il legittimo
diritto dei consiglieri di controllare l’operato della giunta nell’interesse
dei cittadini.
Né tanto meno provvede l’assessore dall’interno a
garantire la correttezza degli atti adottati dall’esecutivo, visto che, quando
la giunta si riunisce per approvare delibere palesemente illegittime, l’assessore
risulta sempre assente!
Da consigliere di minoranza, l’assessore ha più volte
lamentato (in modo infondato e con soli fini ostruzionistici) la mancata messa
a disposizione degli atti da discutere in consiglio comunale; nel momento in
cui vengono clamorosamente violati tutti i termini procedurali
– previsti dalla legge, dallo statuto e dai regolamenti a tutela delle
minoranze – per la messa a disposizione degli atti, l’assessore non apre bocca:
l’ultimo caso, in ordine di tempo, riguarda la seduta del consiglio comunale
dedicata all’approvazione del bilancio, tenutasi lo scorso 30 aprile ma che, in
base al regolamento di contabilità, non poteva tenersi prima del 17 maggio, per
la tardiva presentazione della relazione del revisore e delle delibere allegate
al bilancio.
Da oppositore della precedente amministrazione,
l’assessore ha aspramente criticato il livello delle aliquote d’imposta e delle
tariffe che – a suo modo di vedere – erano troppo alte rispetto a quelle
praticate dai comuni limitrofi. Da assessore alle finanze, invece, è riuscito
ad aumentare le tariffe della tassa rifiuti del 40% (con un aumento medio di
circa 70,00 € l’anno, come stiamo verificando in questi giorni), le tariffe per
l’illuminazione votiva, i contributi di costruzione e gli oneri di urbanizzazione (praticamente raddoppiati) ed i diritti di
segreteria per il rilascio di atti e certificati da parte dell’ufficio tecnico (praticamente
triplicati); senza contare l’installazione di due autovelox fissi, che
rappresentano una sorte di dazio medievale che chiunque attraversi il
territorio di Calvi dovrà pagare ad una ditta privata (e speriamo solo a
quella), individuata con una gara illegittima.
Come se non bastasse è riuscito a far andare in prescrizione
l’acqua del 2001, agevolando i soliti morosi, ed ora ha la pretesa che i
cittadini onesti paghino anche l’acqua del 2004, che
verrà inviata in questo mese assieme alla tassa rifiuti del 2006 (aumentata del
40%) ed a ridosso del pagamento della prima rata dell’ICI 2007 (entro il 16
giugno)!
Sempre all’opposizione, l’assessore lanciava strali contro
gli sprechi di denaro pubblico compiuti dalla precedente amministrazione. Oggi,
invece, non muove un dito, ed anzi approva a pieni voti, operazioni scandalose
(come il noleggio di due autovelox ad un prezzo pari ad oltre 20 volte quello
d’acquisto) o addirittura in violazione di norme penali – oggetto d’indagine da
parte della Procura della Repubblica – come l’acquisto dei giochi in villa ad
un prezzo più che doppio rispetto a quello di listino. Per
non parlare poi del denaro pubblico sprecato tra interessi moratori, decreti ingiuntivi,
atti di precetto e di pignoramento causati da pratiche per nulla
trasparenti, come il mancato pagamento di fatture a creditori “invisi”
all’amministrazione.
E che dire degli infiniti incarichi legali conferiti
(anche ad avvocati di Sessa Aurunca) al solo scopo di
instaurare infondati contenziosi con i creditori per ritardare pagamenti dovuti
(che dovranno essere eseguiti in futuro a costi maggiorati), o per combattere
onesti dipendenti che l’amministrazione, però, vede come nemici (su tutti la comandante della P.M.,
che otterrà risarcimenti per centinaia di migliaia di € a carico del bilancio
comunale, per una insulsa guerra iniziata dal sindaco), oppure per la resa di costosi
pareri legali disattesi dai responsabili che dovrebbero avvalersene (come per
lo scandalo GEA). L’incoerenza si palesa anche nella (mancata) attuazione del
programma elettorale della lista “Uniti per Calvi”, su cui l’assessore ha avuto
la fiducia per amministrare il paese.
Che dire, ad esempio, dei fondi
incamerati per l’ampliamento del cimitero comunale. Il programma prevedeva la
restituzione agli acquirenti del consistente ribasso d’asta ottenuto in sede di
gara. Sulla base di atti ufficiali, ogni acquirente
avrebbe diritto alla restituzione di almeno 1.000,00 € sui 6.400,00
complessivamente versati: l’amministrazione prevede invece di investire ben 200.000,00
€ nella sistemazione delle aree a verde interne ed esterne al cimitero (che
nulla hanno a che vedere con la concessione dei loculi) e l’assessore alle
finanze – dimentico del programma – non
proferisce parola.
Il programma prevedeva l’immediata istituzione della
figura del difensore civico comunale, organo garante dei diritti del cittadino nei
confronti delle omissioni, dei ritardi e degli abusi messi in atto dagli uffici
del comune, dai concessionari dei servizi e dai consorzi che gestiscono
servizi pubblici comunali. L’organo, molto probabilmente, non avrebbe avuto
voce in capitolo nei confronti di un’amministrazione che sbeffeggia finanche il
difensore civico regionale. Tuttavia, per evitare
problemi in casa, si è preferito non istituirlo affatto, né si prevede di
realizzarlo negli ultimi due anni di mandato. L’assessore, ovviamente, non dice
una parola e pensare che, finanche quando era all’opposizione, ha sempre tuonato contro la mancata istituzione del
difensore civico. Punto forte del programma era la riqualificazione del
territorio di Calvi (ed in particolare delle periferie) e la valorizzazione
delle professionalità esistenti a Calvi.
Ebbene, il paese è stato lasciato a sé stesso (basta
vedere il pessimo stato delle strade, della rete idrica comunale, dei rifiuti sparsi
ovunque, dei giardini che sembrano steppe, dei branchi di cani randagi che
circolano per le strade, dei topi nelle scuole, della mancata manutenzione
degli edifici scolastici,…), così come i professionisti
operanti sul territorio, visto che il responsabile finanziario è di Aversa
(scelto anche dall’assessore alle finanze), il revisore dei conti è di Sparanise (scelto dall’assessore alle finanze), i tecnici
incaricati per le opere pubbliche non sono quasi mai di Calvi, così come gli
avvocati cui vengono conferiti continui incarichi (fatta eccezione per
l’avvocato del “foro di Calvi Risorta”), molti dei quali scelti dall’assessore
alle finanze.
Non è andata certo meglio per la politica sociale, cavallo
di battaglia della campagna elettorale dell’assessore.
Con i contributi erogati dal comune, gli indigenti
comprano a stento un panino e una bottiglia d’acqua (a loro scelta a Pasqua
oppure a Natale), e le persone diversamente abili non usufruiscono certo di una
maggiore mobilità sul territorio, visto che le
barriere architettoniche sono quasi tutte al loro posto.
Come si vede, la coerenza politica non alberga dalle parti
dell’assessore né, tanto meno, si trova a suo agio presso la casa comunale.
Dopo 15 anni di attività politica, l’assessore lascerà
in eredità tante buone idee, ma dovranno essere altri a realizzarle visto che
egli non ha, ad evidenza, il dono della concretezza e della linearità.