De Biasio torna in libertà: «Lascio l’incarico»

 

ROSARIA CAPACCHIONE

 

Il Mattino, 13 aprile 2007

 

Il quadro indiziario è rimasto immutato ma le esigenze cautelari non ci sono più, inutile la prosecuzione della detenzione domiciliare ma è indispensabile interrompere i rapporti con la pubblica amministrazione per i due mesi previsti dalla legge.

 

Da ieri sera Claudio De Biasio, direttore generale del consorzio di bacino Ce4 distaccato all’ufficio del Commissario di governo per l’emergenza rifiuti e da un mese vice di Guido Bertolaso, è tornato in libertà.

 

Lo ha deciso il gip Alessandro Buccino Grimaldi che, il 3 aprile, ne aveva disposto l’arresto con l’accusa di truffa aggravata e falso ideologico.

 

Una decisione presa dopo il lungo interrogatorio di De Biasio, al quale erano seguite l’istanza di revoca della misura cautelare (gli arresti domiciliari) presentata dall’avvocato Carlo De Stavola e la lettera che lo stesso funzionario aveva inviato a Bertolaso e a Emilia Tarantino, commissario straordinario del consorzio Ce4.

 

Nella nota, l’architetto di Calvi Risorta aveva preso l’impegno di non rientrare in servizio anche in caso di revoca della misura cautelare, in attesa di chiarire nel merito la sua posizione processuale.

 

Lettera protocollata il 5 aprile, all’indomani della sospensione dalle funzioni su sub-commissario e di responsabile dell’area tecnico-operativa della struttura commissariale, decisa da Guido Bertolaso.

 

De Biasio aveva sottolineato che, in considerazione della sua necessità di «chiarire ogni aspetto relativo alla vicenda, pur intervenendo provvedimenti di revoca della misura cautelare, non riprenderò servizio presso gli enti in indirizzo», e cioè il Commissariato per l’emergenza rifiuti e il consorzio Ce4.

 

La sua indisponibilità a riprendere il servizio ha, quindi, aperto la porta alla revoca degli arresti domiciliari e alla sostituzione degli stessi con la misura interdittiva.

 

Nessuna decisione, invece, è stata presa per Giuseppe Valente, presidente del consorzio Ce4 all’epoca dei fatti contestati (compresi tra il 2004 e il 2005) e per i fratelli Sergio e Michele Orsi, nei cui confronti le accuse sono più gravi.

 

I due titolari della società Ecoquattro, braccio operativo del Ce4 che si occupava della raccolta dei rifiuti urbani nel venti comuni del bacino, rispondono sempre di truffa (ventuno milioni di euro) e falso ideologico, reati aggravati dal favoreggiamento della camorra.

 

Contestazione che il gip Alessandro Buccino Grimaldi aveva espressamente escluso per De Biasio e Valente. La loro posizione sarà esaminata lunedì, 16 gennaio, dal Tribunale del Riesame di Napoli (XII sezione).

 

L’indagine della Guardia di Finanza di Mondragone, cooordinata dai pm antimafia Raffaele Cantone e Alessandro Milita, riguarda uno spaccato della gestione del consorzio Ce4 e della società a capitale misto Ecoquattro, controllata dai fratelli Orsi.

 

Si occupa, nello specifico, della vendita delle quote private (il 49 per cento del pacchetto azionario) al Consorzio: cessione preceduta dalla stima di un perito del Tribunale, e che la Procura antimafia ha ritenuto «di favore» e seguita dal pagamento del corrispettivo, 21 milioni di euro, sotto forma di cessione di un credito di pari importo vantato dalla struttura commissariale.

 

Sullo sfondo, scambio di voti e di posti di lavoro, mazzette, regali, corruzioni di pubblici funzionari e la regia trasparente della camorra, dei Casalesi e del clan La Torre.