CELLULARI, COSTI DI RICARICA ADDIO

 

dal WEB, 05 marzo 2007

 

Via i costi per le ricariche: e' scattata infatti la nuova norma del pacchetto liberalizzazioni di Bersani che consentirà di eliminare il balzello che grava sui prezzi delle ricariche dei telefonini che, secondo i calcoli delle associazioni dei consumatori, frutterebbe alle compagnie telefoniche circa 1,8 miliardi di euro l'anno.


IL CREDITO SULLA RICARICA NON SCADE PIU'

Non solo la cancellazione dei costi di ricarica. Da oggi anche scatta anche un' altra novità in favore dei contribuenti: il credito residuo di una ricarica non scade più. A stabilirlo - come spiegano i tecnici del ministero dello Sviluppo economico - è l'articolo 1 del decreto Bersani sulle liberalizzazioni, in vigore da oggi, lo stesso che cancella i costi aggiuntivi di ricarica. Il testo, infatti, vieta "la previsione di termini temporali massimi di utilizzo del traffico acquistato". Finora, invece, le compagnie telefoniche fissavano un termine di 12 mesi. Se entro un anno non si era esaurito il credito accumulato in ricarica, lo si perdeva. A favore dei gestori, che tornavano in possesso della cifra non spesa. Una situazione che penalizzava soprattutto gli utenti che fanno un uso molto contenuto del cellulare, come molti anziani. Ma anche semplicemente chi dimenticasse di utilizzare una ricarica. Le associazioni dei consumatori avevano in più occasioni chiesto interventi su questo fronte. Secondo le stime dell'Adusbef, il valore complessivo del credito residuo accumulato ammonta a circa 140 milioni l'anno.

 

AUTORITA' CHIEDE CHIARIMENTI A WIND E VODAFONE

L'Autorità per le tlc ha avanzato una richiesta urgente di chiarimenti a Wind e a Vodafone in merito al decreto che abolisce i costi di ricarica nella telefonia mobile. Secondo quanto si apprende, l'organismo di controllo ha rivolto a Wind una richiesta di chiarimento su alcune strategie commerciali che, secondo l'Autorità, appaiono in contrasto con l'obbligo in vigore di eliminare i contributi di ricarica su tutte le schede prepagate. Wind ha infatti deciso che per le schede inferiori ai 50 euro il costo di ricarica rimane, a meno che il cliente non decida di passare ai nuovi piani tariffari predisposti per l'occasione. Quanto a Vodafone, l'Agcom ha chiesto chiarimenti urgenti in merito al contributo sul trasferimento del credito residuo: l'operatore inglese, infatti, chiede un rimborso di 8 euro per restituire il credito residuo al cliente che, per esempio, voglia dismettere la Sim. Secondo la società telefonica, invece, tale importo è inferiore ai costi vivi sostenuti ed è coerente con il decreto Bersani che consente il rimborso dei costi dell'operatore. Con la pubblicazione sulla Gazzetta Ufficiale di domani dell'ultima delibera dell'Autorità sulla trasparenza delle tariffe, poi, le società saranno da subito obbligate a mettersi in regola con gli schemi predisposti dall'ente regolatore per consentire ai clienti il confronto dei prezzi: l'organismo guidato da Corrado Calabrò potrà quindi avviare i controlli e, eventualmente, comminare le relative sanzioni.


CODACONS, ESPOSTO ALL'AUTORITA'

Il Codacons ha presentato un esposto all'Autorità per le comunicazioni perché "blocchi i nuovi piani tariffari che prevedono aumenti a danno degli utenti" e che vengono messi in relazione "al non pagamento dei costi di ricarica". "I costi di ricarica - afferma l'associazione in una nota - devono essere eliminati per tutti gli utenti della telefonia mobile, indipendentemente se siano nuovi o vecchi clienti, e non devono essere imposti con i nuovi piani aumenti tariffari attraverso ritocchi degli scatti alla risposta o rincari delle tariffe al minuto o al secondo". Per questo il Codacons chiede all'Agcom "un intervento urgente per sospendere quei piani tariffari che da oggi le compagnie telefoniche propongono ai propri clienti, e che collegano direttamente o indirettamente, all'esercizio del diritto del non pagamento dei costi di ricarica". Non solo. Per l'associazione "la restituzione del credito rimanente sul cellulare quando ad esempio un cliente passa a un nuovo operatore, deve avvenire in modo del tutto gratuito per l'utente, senza costi aggiuntivi e senza raccomandate, balzelli che potrebbero costare più del credito residuo, e spingere quindi il cliente a rinunciare a tale diritto". "Abbiamo chiesto all'Autorità un provvedimento d'urgenza a tutela dei consumatori - spiega il presidente Codacons, Carlo Rienzi - e di valutare se la richiesta di passaggio a nuovi piani tariffari come condizione necessaria che permetta all'utente di fruire di un diritto riconosciuto dalla legge, possa costituire eventuali illeciti come tentativo d'estorsione".


ADUSBEF: TUTTO OK DALLE PRIME VERIFICHE

Tutto regolare, in base ai primi controlli effettuati, per quanto riguarda l'abolizione dei costi aggiuntivi di ricarica. Adusbef e Federconsumatori hanno effettuato questa mattina un monitoraggio in un trentina di negozi di telefonia mobile a Roma e Milano, per verificare sul campo il rispetto del decreto Bersani e l'abrogazione dei costi di ricarica. Occhi puntanti soprattutto su Wind, "che affermato di voler continuare ad applicare i costi di ricarica sotto i 50 euro". "Ma nei negozi visitati dalle due associazioni - fa sapere la nota - non erano disponibili, fino alle ore 12 di stamane, ricariche dell'egiziana Wind sotto i 50 euro". Adusbef e Federconsumatori "continueranno a vigilare per evitare che le aziende abbiano la tentazione di rifarsi,sia aumentando le tariffe, che imponendo balzelli ingiustificati di 8 euro, come ha annunciato Vodafone".


UE: DUBBI SULL'INDIPENDENZA DELL'AGCOM

La Commissione Ue continua ad avere dei dubbi sul provvedimento che abolisce i costi di ricarica delle schede dei cellulari. "Abbiamo sollevato alcune questioni procedurali che riguardano l'indipendenza dell'Agcom in merito alla messa a punto della legge", ha detto il portavoce della Commissaria Ue alle Tlc Viviane Reding. "La Commissaria Reding - ha spiegato il portavoce - condivide con il governo italiano di proteggere meglio i consumatori, ma restiamo in contatto con le autorità italiane con le quali stiamo ancora discutendo la questione".