LE TERME
CROLLANO: TUTTI I FONDI SONO STATI DIROTTATI SU OPERE CHE NON SONO VISITABILI
Gazzetta, 26
febbraio 2007
Calvi Risorta
Salvatore
Minieri
Non è
più il caso di stare a sentire le sirene che cantano in
lontananza, suadenti e stucchevoli. Qui, nessuno si chiama
Ulisse, anzi, a quell'amo di complesse e bizantine
bugie, nessuno abbocca più.
Diciamola tutta: sulla questione turistica ed archeologica Zacchia
e maggioranza non sanno cosa dire, non sanno cosa
fare, annaspano, arrancano, ma non la smettono di promettere un parco che
nemmeno Pompei potrebbe sognare.
Utopia pura, anche considerando lo stato di abbandono,
non solo della Cales classica, ma anche di quella
medievale e borbonica.
Come il real
casino che giace abbandonato in località Demanio
di Calvi.
Quella è una delle strutture più affascinanti del ricco tesoro
settecentesco, ma nessuno ne parla, così come non si è alzata una protesta per
il restauro agghiacciante delle dogane borboniche nei pressi del castello aragonese.
Di quello stucco messo a casaccio sulle pareti interne delle
garitte nessuno ha parlato, anzi, c'è anche chi fa mostra di quel
obbrobrioso restyling alle strutture di
controllo che segnavano il dischiudersi delle bellezze casertane
sul versante del Molise.
Oggi, almeno stando a quanto si sente dire in giro dai cittadini
appassionati e da coloro che ancora credono nel rilancio del comparto
turistico, non esiste un solo progetto che possa almeno far apparire
all'orizzonte la possibilità di avere un rilancio, seppur parziale, del
ricchissimo corredo di bellezze monumentali nascoste e lasciate a marcire a Calvi Risorta.
I canali etruschi hanno avuto la priorità: sono stati stanziati
settecentomila euro per ripulire una zona che nessuno andrà mai a visitare.
Bastava la metà di quella somma per rendere visitabili le terme e
catalizzare la curiosità di tantissimi visitatori.
Forse quelle quattro foghe nei canali hanno una valenza maggiore. Ma quale?