SILVER MELE: IL RIMPIANTO DI AVER SOSTENUTO L’AZIONE DI UN GRUPPO DI LESTOFANTI

 

Silver Mele

 

www.silvermele.it, 13 febbraio 2007

 

 

MIA POVERA CALVI

 

Non può certo mancare in questo sito internet uno spazio dedicato alla terra che da sempre mi ospita. Calvi Risorta, per chi non ne conosca l’ubicazione o la storia, è un paese di quasi seimila anime a nord di Caserta, tra Capua e Teano, in età romana  florido centro caro a Roma per la posizione strategica, il clima salubre e l’apprezzatissima produzione di vini, ceramiche e terrecotte.

 

Cales, prima colonia di Roma nella Campania, città d’arti e di guerre, officina di belle ceramiche, di belle monete e di strumenti agricoli, prospera e pingue di commerci e di biade, è la più dimenticata e la più negletta delle città antiche della Campania…”: così scriveva con straordinaria lungimiranza il grande Amedeo Maiuri, ex sovrintendente ai Beni Culturali di Napoli e Caserta nonché illustre studioso, nel 1957. Evidentemente preludendo al dissesto e alla malversazione che è propria anche dei nostri giorni.

 

Credete forse che si stia esagerando? Vi assicuro di no. Sopravvivono a fatica tra rovi ed immondizia di vario genere nella zona archeologica di Cales un teatro ed un anfiteatro, un doppio impianto termale, ruderi calpestati dall’ignoranza più bieca, quella di amministratori bravi soltanto a falsificare propositi e promesse in cambio del consenso elettorale.

 

Scriveva Cicerone: “ODERINT, DICAM QUID SENTIO”. Parole che da sempre considero mie dal momento che fino in fondo dirò ciò che penso. Mi chiedo che cosa francamente si potesse sperare da un assessore ai Beni Culturali tuttora convinto che il famoso Ponte delle Monache di età etrusca (in piena Cales) faccia parte del tenimento di Pignataro Maggiore!

 

Niente, così come niente è stato fatto nei due anni e mezzo dello statico mandato Zacchia per l’antica città, ridisegnata con una cartellonistica che ne ha erroneamente stravolto i luoghi della memoria (per intenderci il Teatro è diventato l’Anfiteatro, le Terme del Foro quelle di San Leo e così via), per far capire una volta di più ai tanti avventurosi visitatori che i nostri “saggi” la storia sono soliti metterla sotto i piedi. A differenza, ovviamente, degli interessi personali.

 

 

ELOGIO DELLA LIBERTA’

 

L’esperienza politica di quasi tre anni fa nelle elezioni comunali di Calvi Risorta, oltre a lasciarmi il rimpianto grande di aver sostenuto l’azione di un gruppo di lestofanti, ha fatto sì che oggi possa riconoscere che la politica locale non offra personalità di rilievo semplicemente perché ognuno è frutto di un compromesso, mentre l’intenzione mia personale rimane quella di mantenere in alto i valori dell’individualità. Non posso certo rischiare di appiattire la mia creatività sulle banalità degli accordi!

 

Ed è proprio perseguendo questa linea, ossia quella della coerenza, della meritocrazia e della lealtà, che si diventa scomodi agli occhi dell’impettito e vanaglorioso capetto di turno e dei suoi cicisbei: d’altronde il baraccone comunale, ingolfato da marionette e baldracche, espressione amplificata dell’arrembaggio di ladri e furbastri, rifugge categoricamente le teste pensanti ed autonome.

 

Si finisce per far paura o per osteggiare i piani orditi nelle stanze segrete. A tal proposito vi dirò di più: mi è capitato anche di dover ascoltare becere proposte di accordo (della serie stai con noi e vedrai che verrà fuori il lavoro per qualcuno che ti sta vicino), dribblate con lo sdegno di chi con ritardo capisce di aver sbagliato le scelte.

 

BENEFICIUM ACCIPERE, LIBERTATEM EST VENDERE ossia: accettare un beneficio significa vendere la propria libertà. Il DO UT DES (io do che tu dai), pesa molto di più sulle pubbliche faccende perché tutto è fuorviato. Pertanto, appurato che la libertà è il sommo bene di ogni essere, mi rivolgo a quanti stanno rendendo possibile questa marmellata comunale: lasciate stare il piatto di lenticchie e pensate a godere di un privilegio che per prima vi concede madre natura.

 

 

LO SPORT? NON A CALVI…

 

Altro paragrafo dell’identico capitolo sull’inettitudine comunale di Calvi Risorta è quello che riguarda le strutture sportive, tutte in fieri, ad eccezione della piscina inaugurata due volte in pompa magna e, a quanto pare, destinata ad entrare in funzione dal 1 settembre.

 

Nella sezione dedicata ai downloads riproporremo l’intervista realizzata un mese fa al sindaco Giacomino Zacchia, pronto con la solita bronzea faccia a garantire la consegna nel giro di pochissimo tempo di un campo di calcio (progettato nel 1996 e mai entrato in funzione malgrado la spesa già effettuata di circa mezzo miliardo delle vecchie lire!), una struttura polifunzionale ed un campo di calcio a 5, posizionato a pochi metri dalla casa comunale, ritenuto inagibile, ma sul quale i ragazzini giocano regolarmente a rischio di incidenti e infortuni.

 

 

BRANCA, BRANCA, BRANCA, LEON, LEON, LEON! BOOOOOOOOM

 

Mi accingo a concludere questo rapido ma sentito sfogo sulla mia terra con un’altra massima latina: BONIS NOCET SI QUIS MALIS PEPERCERIT. E’ proprio così, fa del male ai buoni chi risparmia i cattivi e quanto meno per cattivo esempio considero l’ARMATA BRANCALEONE cui è affidata la povera Calvi.

 

Mancano ancora due anni e mezzo alla fine dell’attuale mandato, a meno che qualche “anima ridestata” in Consiglio o più verosimilmente la promessa non mantenuta di qualche baratto di cariche e doni non faccia saltare anzitempo il banchetto di Trimalchione (ricordate il Satirycon di Petronio?). Ne dubito fortemente dal momento che a livelli così bassi è la logica del piatto di lenticchie a dominare.

 

Tuttavia, presto il gioco ritornerà nelle vostre mani, cari elettori, perché avete la possibilità esclusiva di far capire come dovrebbero andare veramente le cose in fatto di cambiamenti: il voto è un’arma potente, o per ricordare Archimede, una leva che vi consente di spostare dalle poltrone chi vi pare e metterci chi lo merita. Chi parla sempre a vanvera di cambiare (come ampiamente fatto da Trimalchione e soci) non chiarisce mai cosa debba realmente cambiare, si fida della vostra buona fede o della vostra disinformazione.

 

Infatti, se ci fate bene caso qualcosa cambia realmente: le poltrone comunali, il colore dell’edificio, ma soprattutto il numero delle case possedute   dai sostenitori più accaniti della necessità dei cambiamenti…

 

Mi fermo qui, per ora, invitandovi ad intervenire numerosi in questo che si propone come uno spazio per la discussione, libero e soprattutto costruttivo.