Se
ti do il pelo tu che mi dai… così cantava un tempo Renato Zero…
Questa è la canzone che mi torna in mente leggendo
una singolare notizia comparsa su un quotidiano: una trentenne romana ha aperto
un blog con un unico post in cui dichiara di offrirsi
per una notte a chiunque le possa procurare un lavoro a tempo indeterminato con
uno stipendio di 1300,00 euro al
mese.
Insomma un normale e dignitoso lavoro VERO! Non un
solito annuncio personale tipo AAA, o un’offerta di
meretricio... piuttosto una sorta di “do ut des" o
meglio "do ut facias”…
Siamo arrivati davvero a toccare il
fondo?
Sono ad un incontro di lavoratori precari: Chiedo a
Nicolò cosa ne pensa… “Pensavo che si dovesse scendere
a compromessi solo per sfondare nel mondo dello spettacolo… vedi le
notizie-tormentone di quest’estate sulle varie
vallette “generose”… E posso anche capirlo, visto che la posta in gioco è ben
più alta. Si parla di stipendi 10 volte maggiori di quello di un semplice
impiegato. E’ deprimente che una persona, presumibilmente di sani principi, come
si diceva una volta, sia talmente esasperata da una sequela di lavori a
progetto, a termine, al nero, e tutti mal pagati, da arrivare a rinunciare alla
propria integrità ed ai propri valori, con i quali però notoriamente non si
mangia né si paga l’affitto!”
La
situazione del lavoro oggi è disastrosa, grazie anche alla Legge Biagi… e a chi di questa abusa. Probabilmente ci sono
migliaia di giovani, e di meno giovani, in Italia che sarebbero disposti ad un
baratto di questo genere…
Nicolò mi racconta la sua esperienza: “Lavoro a
progetto circa 50 ore alla settimana, per uno stipendio
di 1000 euro, pagati “a rate”. Ovviamente senza tredicesima, né ferie, né
malattia, né nulla. Percorro circa 600 km la settimana con la mia auto e mi
viene rimborsata la benzina, ma non l’usura dell’auto (la macchina cade a pezzi)
perché, quella dicono, è compresa nello stipendio. Tutto questo a 33 anni e
con in tasca una inutile laurea in Economia e Commercio
(Voto 107!!!). Purtroppo ho fatto un solo errore: una volta laureato ho voluto
subito iniziare a lavorare, per guadagnare, pensando (INGENUO!!) che circa 20
anni di studio fossero sufficienti e che fosse tempo di iniziare la mia vita da
adulto, rendendomi indipendente e vivere col mio ragazzo”
Il
tuo ragazzo lavora? “Anche lui lavora ad intermittenza (ed è laureato in
Biologia Marina con 108) passando da un lavoro al nero all’altro, intervallato
da qualche lavoro stagionale, interinale e a progetto.”
Il
dibattito coinvolge anche Lapo, laureato in Filosofia (voto 110 e lode!): ”Molti
fanno stages o tirocini, non retribuiti. Sarebbe
piaciuto anche a me poterli fare, ma avrei dovuto gravare sui miei genitori
ancora per qualche anno, per sperare di trovare un lavoro minimamente
qualificato. Ci sono aziende che con questi espedienti ricoprono posizioni
vacanti senza fare mai assunzioni vere e proprie. E, laureato a pieni voti… per
mantenermi onestamente faccio ripetizioni, di latino,
greco, storia, filosofia… ed ogni tanto ho un incarico per una supplenza. Le
graduatorie sono ferme da anni.”
Se
questa è la situazione non credo ci debba stupire
l’iniziativa della ragazza di Roma…
“Anzi!!! – conclude Nicolò
- mi voglio congratulare con lei per aver portato una volta di più l’attenzione
dei media su un problema come quello del lavoro… e colgo l’occasione per
segnalare anche la mia disponibilità, se ci fosse qualche datore di lavoro dai
gusti un po’ particolari…!!! Inoltre, se poi ci mettiamo a fare due conti,
considerando lo stipendio, e poi la pensione, come la rata di una rendita
perpetua, ho calcolato il suo valore attuale con la formula che chiunque abbia
studiato ragioneria conosce. Ebbene, considerato un tasso del 2% annuo, quell’unica notte di passione vale la bellezza di 780.000
euro!!!”
Una
delle marchette più care della storia!