I VERDI DI CALVI RISORTA VERSO LA FUORIUSCITA
DAL PARTITO
Inviato
in Redazione il 08/12/2006
I
militanti dei Verdi di Calvi Risorta verso la
fuoriuscita dal partito.
Questa l'indiscrezione proveniente dal direttivo dei Verdi di Calvi Risorta composto da Deborah e Casto Perrotta, Antonello Bonacci e Cassio Izzo.
La causa di tale azione
sarebbe l'insanabile contrasto della sezione locale con i vertici
provinciali, già pesante dal Congresso dello
scorso dicembre, ma acuitosi irrimediabilmente negli ultimi mesi.
Nel corso dell'ultima
riunione, Antonello Bonacci ha evidenziato come non si possa
più tollerare la situazione di democrazia "apparente ma non
sostanziale" presente nei vertici del partito.
“Spesso ricordo a me
stesso e ai nostri simpatizzanti, che i voti da noi ottenuti alle elezioni
provinciali sono stati pari ad 1/14esimo dei voti complessivi del partito. Senza
la nostra presenza non sarebbe stato possibile eleggere il consigliere
provinciale e conseguentemente ottenere l'assessorato provinciale. La nostra
visione della politica non si ritrova in scelte volte solo all'amministrazione
del potere, ma si propone di dar corso al rispetto delle istanze
popolari e di quelle ambientali. Non ci rivediamo in un'interpretazione diversa
della politica. fronte
di un impegno costante durato tre anni, devo amaramente constatare che tutte le
nostre aspettative sono state ampiamente deluse dalla dirigenza provinciale. Facciamo notare come l'attività politica dei Verdi a Caserta
proceda soprattutto grazie all'impegno dell'assessore all'urbanistica
M.C. Caiola e alla sua sensibilità socio ambientale. Facciamo
altresì notare come chi dirige il partito, abbia puntualmente
sottostimato la nobile azione della Caiola,
senza capitalizzare in termini politici una linea amministrativa sana e
coerente”
“Se le cose non cambiano
in breve termine - continua Bonacci – occorrerà
prendere delle decisioni dolorose ma inevitabili. Confesso che ben poco
scommetterei su un'inversione di tendenza. Non c'è stata quando abbiamo premuto
con forza in sede congressuale insieme a quasi la metà del partito, figuriamoci
oggi che la parte critica è stata costretta ad abbandonare”.
Ben più dura la posizione
di Cassio Izzo, secondo il quale “occorre sciogliere immediatamente la
sezione per evitare ulteriori sfruttamenti. Le
promesse e gli impegni vanno rispettati e chi non lo fa merita di finire
nell'oblio politico. Il nostro impegno ambientalista rimane, ma dovremo trovare
altri contesti in cui operare”.