“CORVO” IN COMUNE: BLOCCATO IL BANDO PER SEI POSTI ANNUALI DI SERVIZIO CIVILE

 

GIUSEPPE BORRELLI

 

Calvi Risorta

 

Il Mattino, 22/11/2006

 

«Lo scrittore anonimo» ce l'ha fatta. Dopo decine di ricorsi anonimi presentati, la Presidenza del Consiglio dei ministri ha aperto un'istruttoria sul progetto di servizio civile che dovrebbe impiegare sei giovani per un anno, con un compen­so mensile di circa 500 euro.

 

Fino alla fine dell'indagine amministrati­va, quindi, il progetto sarà bloccato sine die. La vicenda si è sviluppata nel corso dei mesi quando le segnala­zioni del «corvo» sono fioccate.

 

Sei giovani caleni hanno regolarmente presentato la domanda perla parteci­pazione ai progetto di servizio civile denominato «Scuola Oggi», ideato dall'amministrazione comunale; quindi hanno superato le prove, il colloquio e infine sono risultati i primi piazzati in graduatoria. Insomma, tutto pronto per partire, ma all'improvviso è arrivato il primo ricorso anonimo presso le autorità ministeriali competenti e le consequenziali contro deduzioni chieste al Comune; e tutto si è bloccato.

 

Appena l'amministrazione comu­nale ha presentato le proprie argo­mentazioni sembrava che tutto si fosse risolto; ma poco dopo è arriva­to il secondo ricorso anonimo e la seconda richiesta di chiarimenti. Poi il terzo ricorso e così via, fino a circa 15-20 scritti anonimi, tanto che qual­cuno in paese comincia a parlare dello «scrittore anonimo».

 

«Prima i misteriosi furti alla pisci­na, poi quando è stata aperta i ricorsi anonimi per farla chiudere - affer­ma il sindaco Giacomo Zacchia - i furti al co­struendo cimitero, le lu­ci votive e quelle cele­brative dei defunti asportate la notte del 1 novembre scorso. E an­cora i ricorsi contro lo stadio, contro l'edifico polivalente, la sede del­la Protezione civile, le giostre nei giardini pubblici, i dipen­denti comunali e i servizi tutti. I manifesti e i volantini anonimi colmi di minacce, calunnie e diffamazioni. E ora il primo progetto di servizio civile bloccato dai ricorsi anonimi. Questa è una vera e propria aggres­sione perpetrata a fini intimidatori -aggiunge Zacchia - non vorrei che stessimo pagando la nostra scelta di non stipulare nessun accordo per la raccolta rifiuti».