AUSTERITY IN COMUNE: “STIPENDI” RIDOTTI PER GLI AMMINISTRATORI

 

(Giuseppe Borrelli)

 

Che tra ristrettezze di bilancio e man­canza di risorse provenienti dalle istituzioni locali e nazionali, gli amministratori comunali fossero costretti a strategie finanziarie innova­tive e fantasiose, o a politiche economiche creative, era risaputo: ma cer­tamente avranno un forte impatto emoti­vo alcune delle deliberazioni della Giunta del comune di Calvi Risorta, la quale ha adottato decisioni che, forzata­mente, creano forti spinte emulative o al contrario veementi prese di distanza.

 

Per far quadrare i conti dell'ente, infatti, l'organo esecutivo del comune ha dapprima nel gennaio scorso deciso unanimemente di ridursi lo stipendio del I5%; successivamente, poi, a distanza di un solo mese, la stessa Giunta si è azzerata lo stipendio senza indicare una data in cui saranno ripristinati gli emol­umenti.

 

In soli 2 mesi, quindi, tutti gli amministratori comunali hanno deciso, al fine di far quadrare i conti della macchina pubblica, di restare senza stipendio.

 

Tutte le cariche remunerate, in seno all'amministrazione comunale calena, dunque, dal sindaco al vice-sindaco, dall'assessore al presidente del consiglio comunale non percepiscono nessun compenso mensile da Febbraio e per chissà quanto altro tempo.

 

Seppur fatte tutte le dovute distinzioni, dunque, si può asserire che oltre al  precedente Presidente della Repubblica, Ciampi, il Governo ed i Ministri della scorsa legis­latura che si ridussero spese e salari, adesso anche il Comune di Calvi ha voluto aderire al clima di austerity che sta condizionando le politiche economiche dell'intero sistema Italia.

 

Ma con una presa di posizione talmente forte da poter, forse, essere considerata unica in tutta Italia: quale appunto l'ab­battimento integrale delle retribuzioni istituzionali.

 

Una vera e propria inver­sione di tendenza, questa, visto che nel 2000 la precedente amministrazione comunale, praticamente raddoppiò i compensi di sindaci ed assessori por­tandoli dai circa 2 milioni e mezzo delle vecchie lire a 5 milioni per il sindaco e da 1 milione e 700 mila lire a 2 milioni e mezzo per gli assessori, non già stipendiati.