GEREMIA NON STA CON ZACCHIA

 

CALVI RISORTA

 

(Vito Taffuri)

 

"Sono sempre più con­vinto di aver fatto la scelta migliore due anni fa abbandonando la maggioranza oggi retta del primo cittadino Giacomo Zacchia (insieme a Massimo Taffuri, Giovanni Marrocco, Nicola D'Onofrio). Per questo, sulle voci sempre più insistenti e infondate di una mia vicinan­za a Zacchia vi assicuro che... si tratta dei soliti inciuci".

 

Dopo un lungo silenzio stampa, torna in voce con una dichiarazione di fuoco il consigliere comuna­le d'opposizione nonché ex assessore alla comunità montana di "Monte Maggiore", Casto Geremia, che dal 31 agosto 2004 scorso é membro effetti­vo del gruppo dissidente anti-zacchia; Geremia leva per aria uno scudo di motivazioni per dire basta al venticello calunnio­so che spira da un grappolo di 'amici' che lo danno in rotta d'avvicinamento al sindaco rite­nuto in campagna acquisti nel timore di uno sgretolamento dell'esecutivo sul crinale di una crisi politica per asfissia delle casse comunali.

 

Ebbene, Gere­mia smentisce tutto.

 

"Avvici­narmi a quel modo di ammini­strare che non ho condiviso fino al punto di andarmene? Sarebbe assurdo. Questa amministrazio­ne oggi mi diverte e mi stupi­sce, per com'è condotta da un uomo maturo ma che ricorre ancora a "mezzucci" politici per nascondere, probabilmente, le proprie incapacità gestionali".

 

Geremia, tagliente, dice la sua con lo sguardo nel futuro ed un piede nel passato.

 

"L'unica con­dizione che in nome di tutti posi prima di uscire dalla mag­gioranza, - soggiunge - fu quella di poter amministrare in piena autonomia e conseguire gli obiettivi secondo le proprie inclinazioni. Il risultato fu quel­lo che il 'sindaco-padrone' pretendeva che il nostro respiro fosse barattato in cambio di una sua eccellentissima volontà. Ora, considerando la mia nota testardaggine e memore della personale opinione che ho di Zacchia in veste di sindaco, non capisco come mai, qualche servo sciocco, sia convinto che quanto detto da inattendibili personaggi possa essere motivo e ragione di propaganda. Sfido Zacchia ad affermare, in mia presenza, dove e quando ho ceduto alle sue lusinghe, altri­menti è inutile proseguire. Anzi, è peggio, visto che ritengo che Zacchia congegni la sua azione politica con l'invio dei messag­gi, inviati da qualche suo mag­giordomo, a mio avviso, per ingenerare confusione e falsi illazioni. Raccomando piutto­sto, al mancato onorevole e assessore provinciale, di tenere in maggiore considerazione il programma elettorale e di pre­pararsi a giustificare qualche "spesuccia" che con giudizio politico, noi quattro consiglieri dissidenti, riteniamo inutile al punto di aver già richiesto in merito spiegazioni agli uffici preposti".

 

Insomma, Geremia, gira la faccia a Zacchia e va per la propria strada.