MERCATO
SETTIMANALE IN STATO DI ABBANDONO
CALVI
RISORTA
(Vėto Taffuri)
Sporcizia, erba alta, cattivi odori e qualche carcassa d'animale.
E' il
quadro che si presenta ogni venerdė agli occhi delle
persone che si recano al mercato settimanale.
Quello
che fa pių notizia č il fatto che i bagni pubblici del
mercato, della lottizzazione di San Nicola, nella frazione di Zuni, ultimamente
sistemati dal comune, sembrano inagibili igienicamente.
Sembra
addirittura che non esista alcuna delibera dė giunta o di consiglio comunale
delle trascorse e dell'attuale amministrazione, che
individui un'area per lo svolgimento del mercato settimanale, per cui l'intero mercato settimanale sarebbe abusivo, in
quanto, stando agli atti del Comune, risulta svolgersi in un'altra area,
dislocata nella frazione di Vėsciano e non nell'area
che lo ospita attualmente.
A
questo punto l'amministrazione civica capeggiata da Giacomo Zacchia, dovrebbe regolarizzare la
situazione, dapprima con l'individuazione dell'area con delibera di giunta e
poi garantendo il servizio dei bagni pubblici, rispettando le norme igienico-sanitarie.
Colpisce il fatto che il Comune di Calvi Risorta, nonostante
tutto, a quanto sembra, continui regolarmente ad incassare la tassa per l'uso
del suolo pubblico dai commercianti, mentre invece, probabilmente, il primo a
non essere in regola č proprio il Comune.
A quanto pare, gli operai addetti alla manutenzione non
ripuliscono sempre l'area tagliando l'erbaccia e talvolta la lasciano
ammucchiata sul posto, dove si secca formando dei nascondigli per bestiacce di ogni tipo.
Ramarri e anche qualche serpe sbucano
frequentemente da questi anfratti creando panico tra la gente.
Ormai č da sempre e la struttura versa in un degrado pietoso.
Ma i problemi del mercato dė Calvi Risorta non si limitano
solo all'erba o al cattivo odore, c'č anche il fatto che per colpa della presenza
dei rifiuti lungo la strada d'accesso ai bagni pubblici, č impossibile raggiungere
proprio la struttura dei vespasiani, che da due anni e mezzo sono chiusi.
Quindi i cittadini non posso utilizzare
un servizio pubblico.