CHIUSO IL CAMPO SPORTIVO: ERA INAGIBILE

 

CALVI RISORTA

 

(Vito Taffuri)

 

A seguito dell'ar­ticolo giornalistico che trat­tava la questione dell'agibi­lità del campo sportivo, adiacente alla casa comuna­le, l'amministrazione civica retta da Giacomo Zacchia, ieri mattina attaccava all'in­gresso del cancello del campo sportivo un avviso che diceva: “Si sospendono le prenotazioni e riprende­ranno prima possibile”.

 

Senza però specificare pre­cisamente, come al solito, la motivazione della chiusura improvvisa.

 

Ecco la verità nascosta del campo sportivo a cinque comunale.

 

La strut­tura nasceva nel 98, ai tempi della consiliatura di Anto­nio Caparco, costava ottantamila euro, progettato dall’attuale responsabile dell’ufficio tecnico Antonio Bonacci, il quale, come sem­brerebbe, appena terminata la struttura sportiva, non provvedeva assolutamente al collaudo, ma soprattutto senza preoccuparsi minima­mente per la richiesta di rilascio della certificazione del Coni.

 

Quello che è più grave è che la struttura veniva inaugurata e messa in fun­zione senza il completamen­to degli spogliatoi, che in questo periodo sono il ritro­vo di ratti e di cani randagi.

 

A Maggio 2004 s'insediava la neo amministrazione civica, capeggiata da Zacchia, la quale alla data della chiusu­ra cautelativa della struttura sportiva era sprovvista ma, soprattutto non esisteva alcuna traccia di avvio della pratiche per la regolarizza­zione di rilascio di certifica­zioni di collaudo e delle autorizzazioni del Coni pro­vinciale.

 

Quindi siamo nell’assurdo, perché il comune di Calvi Risorta non contento, qualche giorno fa, autorizzava un secondo tor­neo di calcetto su una strut­tura sportiva comunale già inagibile dal novantotto.

 

Quindi a questo punto, ci chiediamo: “si potrebbe ipo­tizzare un eventuale illecito amministrativo?”.

 

Ma quello che è ancora più grave e ci continuano a stupire con effetti speciali i nostri amministratori, sembrerebbe che gli organizzatori dell'ul­timo torneo, di tasca propria riparavano la rete del campo sportivo, utilizzando mezzi d'opera privati su una struttura di proprietà comu­nale.

 

Insomma, se le cose stanno veramente così, allo­ra perché si continua a dare la colpa a chi ha fatto sco­prire l'irregolarità della struttura come il quotidiano ilCORRIERE di CASERTA”?.

 

E poi i nostri amministratori non devono dimenticare, in particolare l'assessore allo sport Remo Cipro, che hanno avuto due anni e mezzo di tempo per regola­rizzare la struttura sportiva, nata già in uno stato di ina­gibilità, ossia senza aver nessun permesso.