BECCATO IL PIROMANE DEL MONTE MAGGIORE: INCASTRATO DALLE TELECAMERE “TECNOLOGICHE”

 

CALVI RISORTA

 

(Vito Taffuri)

 

Sulle tracce del piromane per il quale sono andati distrutti dalle fiamme, diversi ettari di sterpaglie e arbusti delle colline e dei monti che circondano Calvi Risorta.

 

Secondo alcune indiscre­zioni trapelate, grazie a dei sofisticati metodi di investigazione, pare che sia stato individuato il piromane.

 

Sono state piazzate delle micro telecamere ad elevata risolu­zione che monitorano costantemente l'area boschiva; in una registra­zione si vede del fumo e le fiamme che divampa­no; 'zoomando' sull'im­magine, ingrandendola e mandando dietro i foto­grammi, si vede un uomo la cui identità è in corso di accertamento appiccare le fiamme.

 

Da dieci gior­ni circa vengono appicca­ti sistematicamente degli incendi negli anfratti e le colline che circondano la cittadina di Calvi Risorta.

 

Si tratta del versante sud delle propaggini del Monte Maggiore, già completamente distrutto dalle fiamme negli anni scorsi; ma il rischio che gli incendi 'scollinano' e brucino anche il versante nord ricco di vegetazione e boschi, costringe i mezzi della forestale ad intervenire con elicotteri e altri mezzi aerei.

 

Inoltre si rende vana ogni attività ed iniziativa di rimbo­schimento, visto che pun­tualmente ogni anno i monti bruciano.

 

Il piro­mane dovrebbe avere i giorni contati, si aspetta un suo ulteriore passo falso.

 

Ci si interroga sul movente, qualcuno addita al pascolo, altri alla raccolta di asparagi, ma ciò che è certo che gli incendi appiccati quasi quotidianamente nei monti intorno a Calvi Risorta, rispondono ad un disegno preciso, il cui obiettivo è quello dì bru­ciare completamente le montagne.

 

Meno di due anni fa fu ritrovata sull'area un'apparecchiatura incen­diaria a tempo; ad effettuare la scoperta, gli agen­ti del Corpo Forestale dello Stato impegnati in opere di pattugliamento nei boschi scampati all'incendio di vaste pro­porzioni che aveva flagel­lato la catena di Monte Maggiore.

 

Il ritrovamento dell'apparecchiatura incendiaria era avvenuta perché non aveva funzio­nato e sull'area non erano passate le fiamme.

 

Il kit incendiario fu inviato al Centro Nazionale Ricer­che di Padova, per dettagliate analisi sul funzio­namento e per scoprire eventuali tracce che avessero potuto far risalire al piromane.