Ad un anno dalla
scomparsa rimane il mistero sulla tragica morte di Antonio Franco
CALVI RISORTA
(Paolo Mesolella)
Erano le 11:56 dell'11 luglio dell’anno
scorso quando suo padre Angelo rinvenne il corpo senza vita dell’amatissimo
figlio Antonio, chiuso in macchina da dentro, le chiavi nel cruscotto della
Seicento, nessun segno di violenza o di effrazione, nessuna traccia di droga o
altro materiale sospetto. Vani i disperati tentativi del
padre di rianimarlo, dopo aver rotto con un sasso il finestrino dell’auto.
La perizia medica stabiliva che il decesso era
dovuto ad arresto respiratorio causato da inalazione di arsenico,
stricnina e borotalco; questo quanto trovato nelle sue vene, ad escludere una
inutile autopsia. Antonio era appena tornato a casa in licenza da Tauriano (PN); era stato appena promosso Caporal Maggiore dell’equipaggio Ariete, il più grande carro armato esistente, e per questo era sottoposto
continuamente, come tutti i suoi colleghi, a settimanali controlli del sangue
per verificare eventuali presenze di sostanze stupefacenti nell’organismo: i
risultati avevano dato sempre esito negativo. Nulla, quindi, lasciava
presupporre una fine così tragica.
Antonio era appena tornato ma a Sparanise lo aspettava un
carnefice (o più carnefici) che non hanno ancora un volto. Infatti, nonostante
i ripetuti appelli del padre sui giornali locali e sui siti web del territorio,
nessuno ha saputo o voluto dare almeno una delle tante risposte che i genitori di Antonio aspettano da un anno: chi ha propinato quel veleno
al loro figlio, magari per un tragico gioco, una spacconata o un deliberato
atto omicida? Perché Antonio è stato lasciato solo? Perché si è chiuso in auto? Perché
tutti hanno fatto finta di non vedere, di non sapere fino a mezzogiorno, quando
appunto il padre Angelo ha trovato suo figlio dopo ore e ore di vane ricerche?
Antonio era stato visto l’ultima volta alle 2:30
di notte e stava benissimo, insieme a quelli che lui riteneva amici ma che poi han dimostrato di essere solo codardi e vigliacchi: cosa è
successo dalle 2:30 a mezzogiorno? Quasi 10 ore di buio, di tragico buio che
acuisce l’incommensurabile dolore dei genitori che a
un anno di distanza non riescono a trovare pace perché è sempre presente la
domanda più atroce: Antonio poteva essere forse salvato: perché nessuno lo ha
soccorso? Angelo Franco, papà di Antonio, lascia
ancora i suoi nr di cell. per un ennesimo appello: aiutateci a trovare la verità:
335 7678762 – 320 8370259.