«Mio figlio morto, aiutatemi a capire»

 

GIUSEPPE BORRELLI

 

Calvi Risorta.

 

È l’accorato appello di un padre che intende venire a conoscenza, ad ogni costo, di qualunque notizia, di qualunque circostanza o indizio che possa servire a ricostruire le ultime ore di vita del proprio, unico, figlio.

 

Con chi ha parlato, in che luogo è stato e soprattutto se è stato abbandonato da qualcuno poco prima di morire; da qualcuno che avrebbe potuto chiamare aiuto quando ha cominciato a sentirsi male e, forse, salvargli la vita.

 

Questi, e altri ancora, sono gli angosciosi quesiti ai quali Angelo Franco non riesce a trovare una risposta da quando ha perso il proprio figlio Antonio, appena ventenne, l’estate scorsa.

 

Angelo trovò il figlio morto dentro la sua auto, un lunedì mattina, nei pressi dello stadio comunale di Sparanise, dopo averlo cercato incessantemente per due giorni e due notti; da quando, cioè il giovane aveva fatto perdere le sue tracce.

 

La sua auto chiusa dall’interno, i finestrini chiusi, e un padre pietrificato dinanzi a una scena difficile anche solo da concepire.

 

Da quel giorno Angelo non si è dato più pace, ha chiesto a tutti i suoi amici: «Qualcuno di loro mi evita o fa finta di non vedermi, altri hanno addirittura cambiato il numero di telefonino - afferma Angelo Franco - eppure erano amici di mio figlio. Potrebbero almeno dirmi che cosa ha fatto, o dove è stato, non so nemmeno se l’inchiesta è stata archiviata o sta procedendo».

 

L’autopsia sul corpo di Antonio avrebbe evidenziato la presenza, mediante assunzione, di stricnina, un veleno utilizzato per i topi, di arsenico, altra tossina letale, e di borotalco.

 

Angelo Franco ha pubblicato il suo appello su un sito internet caleno, laddove è possibile anche in veste anonima, fornire notizie utili.