Riciclaggio, nuovo round al Comune
GIUSEPPE BORRELLI
Calvi Risorta.
Sarà una nuova gara d’appalto, indetta
dal Comune di Calvi, ad assegnare l’aggiudicazione dei lavori dell’impianto di
riciclaggio di materiali edili di risulta: è questo il
parere del Consiglio di Stato che ha così convalidato l’annullamento della
precedente procedura di assegnazione operato dalla maggioranza consiliare
contro la quale era stato proposto ricorso.
L’amministrazione comunale calena, dunque, si aggiudica anche il secondo round di
quella che si annuncia, comunque, come una lunga
odissea giudiziaria atta a conseguire l’aggiudicazione definitiva dell’appalto
per la edificazione dell’impianto di riciclaggio dei materiali inerti.
Una vicenda segnata da alcune tappe
fondamentali dopo che il tribunale amministrativo regionale aveva ritenuto
valido l’operato della maggioranza capeggiata dal
primo cittadino Giacomo Zacchia la
quale circa un anno e mezzo fa sospese i lavori, in località cava Fabressa, in seguito a un sopralluogo della polizia
municipale, impugnando, poi, la procedura per l’aggiudicazione dell’appalto.
È il Consiglio di Stato, adesso, che ha
rigettato il ricorso della ditta aggiudicataria dell’appalto.
Secondo il massimo organo di giustizia
amministrativa, infatti, «... in relazione al potere
esercitato dall’amministrazione e alla sua incidenza sulla fase di esecuzione
del contratto, non emergono gli estremi per l’accoglimento dell’appello
cautelare».
Lo scenario che potrebbe ipotizzarsi, adesso,
consisterebbe nella realizzazione di una nuova gara
per l’assegnazione dell’incarico a realizzare l’impianto di recupero.
Dicitura tecnica, questa, per
significare il riciclaggio e la trasformazione di mattoni, cemento e altri
materiali edili - che normalmente verrebbero sversati
in qualche discarica - in nuova polvere per la produzione di cemento utile per
le costruzioni.
L’azione cautelare di sospensione dei
lavori venne adottata, nel luglio del 2004, tramite un
provvedimento dei vigili urbani che riscontrarono presunti abusi di carattere
edilizio, che sarebbero da ricondurre alla edificazione delle strutture
dell’impianto rispetto alla strada statale, alla stessa cava Fabressa e ai lotti confinanti con l’area dei lavori.