BOLLETTA DA 60 MILA EURO PER IL COMUNE

 

CALVI RISORTA

 

(Vito Taffuri)

 

Bisogna strin­gere la cinghia, fare gros­si sacrifici e soprattutto saranno installati i luc­chetti ai telefoni negli uffici del comune, in scel­ta sarà installato un telefono unico per ogni piano che potrà solo rice­vere, mentre per effettua­re una chiamata di servi­zio, si dovrà essere auto­rizzati dal capo settore.

 

Il duro provvedimento è legato al fatto che la Telecom ha inviato una bolletta di 60 mila euro circa, quindi arrivano tagli da tutte le direzioni, qualcuno si è chiesto se a questo punto saranno chiusi addirittura i servizi igienici.

 

Lo stesso asses­sore del settore economi­co finanziario Ermanno Izzo, afferma: "Quest'anno pur di far qua­drare i conti per il bilan­cio di previsione 2006, dobbiamo far quadrare prima i debiti fuori bilan­cio che ammontano a circa 150 mila euro, e soprattutto siamo stati costretti, visto lo stato delle casse comunali pra­ticamente in rosso; però devo essere sincero, la scorsa amministrazione allora capeggiata da Antonio Caparco, in atti­vo nelle casse comunali lasciava circa 52.000,00 euro, nonostante tutto siamo stati costretti ad azzerare le indennità, ma comunque voglio precisa­re, ci siamo riservati, salvo verificarne la possi­bilità economica nel corso dell'anno, di rim­pinguare l'intervento di spesa al verificarsi di maggiori entrate, le indennità saranno rego­larmente pagate dall'ufficio ragioneria del Comu­ne".

 

Quindi gli stipendi dei nostri politici caleni, non sono stati mai sospe­si, forse solo dimezzati del 10% come previsto dalla legge finanziaria dell'uscente governo Berlusconi.

 

Anzi, gli stipen­di saranno regolarmente versati solo con qualche mese di ritardo, con tanto d'arretrati.

 

Certamente nella casa comunale non regna la serenità, soprat­tutto per l'approvazione del bilancio di previsione.

 

Voci di corridoio annun­ciano che l'approvazione ci sarà con largo anticipo rispetto alla fine dell'am­ministrazione di Giacomo Zacchia, che dovrebbe essere per il mese di giugno.

 

Se così fosse di spazio per la vita ammini­strativa ne resterebbe ben poco, per cui si prospette­rebbe la possibilità di tor­nare al voto prima dell'e­state.