Con la guida del gusto 104 itinerari da scoprire

 

MARINELLA CAROTENUTO

 

Un rosolio di mele, anzi di noccioli di mele che il liquore esalta nel profumo, inconfondibile, e nel colore, tutto giocato sui caldi toni autunnali che sfumano dall’arancio all'ocra.

 

Un inedito piatto di chiacchiere salate, friabili e leggerissime, dove sugna e pepe soppiantano lo zucchero senza farlo rimpiangere. Una minestra di anguille e cicorie in umido, ricetta di quando si cucinava senza andare al supermercato ma attingendo a quello che offrivano l'orto e la natura.

 

Sono solo alcuni esempi della straordinaria varietà di proposte e prodotti enogastronomici presentate nell'accogliente palestra del centro Marino (l'ex Ciapi di San Nicola la Strada) in occasione della presentazione della Guida Orientativa ai 104 comuni di Terra di lavoro realizzata dallo Stap della regione Campania.

 

Gli stand della palestra si saldano all'ufficialità dei gonfaloni e dei sindaci in fascia tricolore riuniti nella sala congressi dove il dirigente Elpidio Di Caprio presenta il volume e offrono la dimostrazione concreta di quella grande ricchezza che la Guida segnala: monumenti, musei, chiese, sagre ma anche odori, colori, sapori e saperi che fanno di questa provincia un vero e proprio giacimento enogastronomico.

 

Gianfranco Tedesco, il direttore del centro Marino, si improvvisa cicerone e segnala i piatti più antichi: i fagottini di mele di Dragoni (uno scrigno di fasta frolla che racchiude mele cotte e glassate), così simili e così diversi da quelli di Valle di Maddaloni (dove la pasta frolla è fritta e le mele ribattute), o anche le zeppole di Casapulla, realizzate con una farina cotta come una polenta e poi battuta.

 

Stessa cura e stessa sapienza antica per olio, vini e formaggi, ricorda Mimmo Bottiglieri che ha curato la Guida assieme a Teresa Montano. E infatti nello stand di Gioia Sannitica si stappano bottiglie di Ferdinando IV Signor di Piedimonte Matese, un Pallagrello rosso delle cantine Mattei, e in quello di Alife si condiscono bruschette col Tondello del Matese, un olio pressato con macine a pietra ed estratto a freddo che l'azienda agricola Paterno ricava dall'oliva tonda collinare.

 

Pochi passi accanto e ci sono il Falerno di Falciano e il Casavecchia di Pontelatone, gli strepitosi formaggi e i salumi dell'azienda agricola Romano di Gioia Sannitica, un trionfo di mozzarelle affiancato dai lavori a tombolo del matesino e ai tanti tipi di miele che l'apicultura Messidoro di Alife realizza insieme ai saponi, alle candele, alla pappa reale. Il tour continua: CALVI Risorta offre guanti caleni, Camigliano la pizza figliata, Giano Vetusto la pizzonta, Gallo Matese i crostini di polenta con salse di legumi, Portico la pasta e lessa, Villa Literno rapesta e ceppe.

 

Un'occasione unica, forse irripetibile, quella realizzata all'ex Ciapi, ma anche un incoraggiamento ad andarsele a cercare, queste curiosità e queste specialità. Armati di Guida Orientativa, naturalmente.