Alberico
martino alla gazzetta di caserta…
calvi risorta
Egregio Direttore,
sono Alberico Martino, di Calvi
Risorta, chiamato in causa incautamente da una sua redattrice, tale Mara Vinciguerra, o chi per lei se, a quanto sembra, trattasi di
uno pseudonimo, in un articolo che io considero volgare e diffamatorio.
Preciso che non faccio parte dell’attuale
amministrazione, anche se ho fattivamente collaborato per la vittoria della
stessa e che non occupo alcuna posizione amministrativa, né come consulente, né
come responsabile di alcunchè.
Le riporto qui di seguito il trafiletto con cui la
sua collaboratrice parla del sottoscritto:
“… Per cui, dove è finito
il libro bianco tanto acclamato dal dinamico Alberico Martino, la voce del
gruppo di "Uniti per calvi", se poi anche questo ultimo si è
scoperto che in effetti, prendesse il gettone di presenza del primo cittadino?
Insomma, anche per lui c'è il suo guadagno.”
Sorvolo
sull’uso dell’italiano, egregio direttore. Quel “..si
è scoperto che in effetti, prendesse…” è un obbrobrio tale che stupisce anche
il fatto che sia stato pubblicato.
Ma chi controlla questi articoli? Chi ha il dovere di
sorvegliare che gli stessi, oltre che corrispondenti alla lingua che tutti
parliamo, siano consoni al buon gusto e soprattutto al rispetto della dignità
della gente?
In
questi ultimi tempi, egregio direttore, tale forma di controllo, nell’uno e
nell’altro verso, mi sembra sia venuta meno.
Gente
sgrammaticata e maleducata sembra si sia data appuntamento sul suo giornale e
in particolare sul ruolo di corrispondente da Calvi Risorta
e in mancanza di argomentazioni serie, ma mossa solo da arrivismo personale,
non esita a gettare palate di fango su tutti coloro che non rientrano nella sua
sfera di gradimento.
Ricordo
con piacere i tempi in cui, con lei direttore, scrivevano i vari Professori
Paolo Mesolella e Federico Zona, nonché
quel Massimo Zona che pur nelle sue corrusche diatribe con l’allora sindaco di
Calvi, non si è mai permesso di abusare del suo ruolo di giornalista per
mancare di rispetto a chicchessia.
Ora
chiunque abbia voglia di dire qualcosa, qualunque cosa, anche la più insulsa,
pare abbia ospitalità gradita sul giornale da Lei
diretto.
Ma se nessuno dei suoi collaboratori sorveglia le
scempiaggini che alcuni corrispondenti scrivono, allora, caro direttore, la
responsabilità ricade direttamente su di lei.
E a
lei chiedo di pubblicare interamente questa mia, con la stessa forma e
grandezza data all’articolo in questione da cui mi ritengo
danneggiato e che sorvegliate con maggiore attenzione il contenuto delle
notizie che pubblicate.
Solo
così, e per questa unica volta, mi asterrò dal
presentare una querela per diffamazione, diffidando nel contempo codesto
giornale dal reiterare le pubblicazioni di notizie tanto infondate, quanto
denigranti sul mio conto.
Se
poi sparissero dalla circolazione alcuni nominativi di
collaboratori, che ci risultano essere anche stati cacciati da altre testate,
di ciò il suo giornale non avrebbe che da guadagnare in serietà e
professionalità.
Distinti saluti
Alberico Martino