Crisi al Ce 4, otto sindaci sfiduciano Valente

 

GIOVANNI DE STASIO

 

La guerra dei consorzi. Eppure dopo la soluzione bipartisan varata al consorzio rifiuti Ce 2 di Capua-Santa Maria Capua Vetere-Aversa (GeoEco), si pensava che tale tipologia di governo sarebbe stata estesa a tutti gli altri enti strumentali.

 

Invece, sfiducie al consorzio idrico, sfiducie al consorzio rifiuti Ce 4 di Mondragone-Sessa Aurunca-Castelvolturno.

 

Ieri mattina è stata presentata presso la segreteria generale del consorzio Ce 4, con sede a Castelvolturno, una richiesta sottoscritta dai sindaci dei seguenti otto comuni consorziati: Carinola, Teano, Roccamonfina, CALVI Risorta, Castelvolturno, Sessa Aurunca, Vitulazio e Grazzanise.

 

Raggiungono complessivamente il 54 per cento delle quote azionarie, quindi la maggioranza assoluta.

 

Gli otto sindaci chiedono la convocazione dell’assemblea consortile per trattare il seguente ordine del giorno: revoca del presidente Giuseppe Valente di Forza Italia e dei componenti del consiglio di amministrazione; nomina del nuovo presidente e del nuovo consiglio di amministrazione.

 

In sostanza, si tratta di tutti sindaci di centrosinistra, tranne quello di Grazzanise che è di centrodestra, ma che ha firmato.

 

Il consiglio di amministrazione targato centrodestra risulta composto dai seguenti 12 membri: Domenico Ciriello (Vitulazio), Alfredo D’Angelo (Francolise), Elio De Sisto (Camigliano), Michele Di Lillo (Pignataro Maggiore), Maria Fiorentino (Castelvolturno), Giovanni Iovino (Cellole), Giovanni Di Gennaro (Carinola), Antonio Merola (Sparanise), Girolamo Pezzella (Sparanise), Antonio Raimondo (Grazzanise), Simeone Russo (Bellona) e Giuseppe Corbo (Caserta).

 

Ora la palla passa al presidente del consiglio di amministrazione Giuseppe Valente che, anche nella sua veste di presidente dell’assemblea consortile, dovrà, entro sessanta giorni, convocare l’assemblea con l’ordine del giorno richiesto dagli otto sindaci.

 

Ma la procedura non è semplice, così come sta avvenendo al consorzio idrico. Il percorso normativo della sfiducia è abbastanza lungo e tortuoso. In primis la richiesta di sfiducia deve essere motivata. Poi il presidente ha il dovere, per legge, di chiedere le controdeduzioni all’organismo sfiduciato. E poi sorge il problema del quorum necessario per la sfiducia.

 

Occorrono i due terzi dell’assemblea, così come da tempo sostiene il presidente di quella dell’Idrico Americo Porfidia, o la semplice maggioranza assoluta, come sostiene lo schieramento del centrosinistra?

 

Non è che anche in questo consorzio si determini una situazione d’impasse determinata da un groviglio normativo-procedurale?

 

E sullo sfondo c’è anche il destino dell’amministrazione comunale di Castelvolturno. Infatti, il prossimo 16 febbraio il Tar della Campania si pronuncerà sulla validità o meno delle ultime elezioni comunali, questione sollevata dall’ex sindaco polista Scalzone.

 

Non a caso il voto di Castelvolturno (maggioranza di centrosinistra) può far pendere l’ago della bilancia dall’una o dall’altra parte politica.