GIUNTA, PERROTTA AL POSTO DI SALERNO PER UNO STIPENDIO

 

Antonio Feola

 

calvi risorta

 

L'amministrazione civica retta da Giacomo Zacchia continua a stupire, secondo quanto dicono le voci.

 

Infatti, proprio l'altra sera si è tenuto presso la casa comunale un summit per pochi intimi come il vicesindaco Remo Cipro, l'assessore Piero Ulderico Salerno, il presidente del consiglio comunale Gabriella Maria Perrotta e ancora il capo gruppo consiliare di “Uniti per Calvi” il dinamico Antonio Fattore, infine il primo cittadino Giacomo Zacchia.

 

Come sembra, da indi­screzioni trapelate prima che ini­ziasse l'incontro segreto per modo di dire, lo scopo è che l’assessore attuale alla Pubblica istruzione e beni culturali potesse cedere la poltrona all'attuale presidente del consiglio Perrotta, probabilmente pur di arrotondare un altro stipendio, visto che restava disoccupata e licenziata dalla società di Nicola Cosentino, appena dopo la sua decisione di passare in maggio­ranza, ma come si dice c'è chi l’ha cacciata ed ecco già c'è chi gli assegna una doppia poltrona come l’amministrazione civica in cari­ca, quindi seicento euro più altri quattrocento euro è quasi uno stipendio, visto che prima la Perrotta, percepiva circa millecinquecento euro, con il vecchio lavoro.

 

Mentre invece, il futuro dell'assessore Salerno, sembrerebbe indirizzato verso un incarico esterno, per il progetto dell'Unione dei Comuni.

 

Ma forse pochi sanno che il progetto appena citato per quanto riguar­da il comune di Calvi Risorta è stato bocciato e per cui fuori da ogni attività, quindi come può mai avere un incarico Salerno?

 

E soprattutto come stanno i fatti non potremmo mai essere rappresentati, perché siamo fuori.

 

Quindi ecco a solita trappola dei due grandi politici come Cipro e Zacchia, insomma, l'as­sessore Salerno, è tranquillo e sereno, tutto pensa e non certamente che i suoi stessi compagni di cordata lo hanno già tradito, prima ancora di accontentarlo.

 

L'incontro ha spiazzato il restante degli amministratori che sono rimasti ancora al fianco di Zacchia, sembra nono­stante abbiano preso le giuste precauzioni, sono stati in ogni modo smascherati di quanto stava avvenendo.

 

Quindi dove è finita la trasparenza, il palazzo di vetro e certamente la democrazia, sicuramente a questo punto se veramente per qualcu­no è rimasto un pezzo di dignità politica dovrebbe unirsi ai desi­stenti come Massimo Taffuri, Casto Geremia, Giovanni Marrocco e Nicola D'Onofrio i quali non condividono i metodi di amministrare la cittadina calena, ma soprattutto prefissandosi l'obbiettivo politico che è quello di mandare a casa un amministrazione malata proba­bilmente di spartizione di pol­trone e di potere e certamente incapace politicamente.