ACQUA, SOCIALISTI CONTRO LA PRIVATIZZAZIONE

 

CALVI RISORTA

 

(Vito Taffuri)

 

II gruppo dello Sdi di Calvi Risorta si associa alle azioni di sensibilizzazione in atto nella Provincia di Caserta volte ad evitare l'affidamento del servizio di erogazione del­l'acqua potabile dal Consorzio Pubblico Ato2 ai privati.

 

Tra le iniziative intraprese in Pro­vincia, la più clamorosa è l'annunciato sciopero della fame a staffetta nei 136 comuni di Ato2 con in testa il missionario padre Alex Zanotelli a partire nei prossimi giorni e fino a quando non sarà ritirata la deli­bera del 23 Ottobre 2005 che consentirà a società private di entrare nei consorzi, attra­verso gare di appalto, con quote di maggioran­za.

 

Oreste Martino, assessore alle attività pro­duttive del comune di Calvi Risorta e delegato nel consorzio Ato, fa sapere: "Ho partecipato attivamente alle due ultime assemblee che si sono tenute sulla questione. La mia posizione e quella dell'amministrazione comunale è che i privati possano possedere una quota minoritaria, che però non dovrà consentire loro di 'mercificare' un bene così prezioso come l'acqua".

 

Martino sottolinea anche di essersi fatto promo­tore della votazione di una delibera di giunta contraria e che tutto il partito dei Sociali­sti Democratici Caleni si atti­verà affinchè vengano presen­tate in sede regionale opportu­ne istanze e mozioni, volte a scongiurare il rischio della privatizzazione dell'acqua.

 

Arrivano le prime risposte istituzionali, quindi, intorno ad un problema che la mobilitazione di comi­tati popolari ne aveva già rallentato il processo di privatizzazione.

 

Michele D'Onofrio sem­pre dello Sdi: "In questo caso una presa di coscienza collettiva è stata determinante al fine dì scongiurare lo scempio di ritrovarci con un servizio idrico gestito da privati e alla mercé d'interessi economici individuali L'ac­qua, invece, è un bene di tutti e come tale non può essere privatizzata, perché l'operazione porterebbe conseguenze disastrose come: un consistente aumento delle bollette e un minor controllo sul servizio e sulla qualità dell'acqua e la possibile interruzione del servizio per i meno abbienti".