ACCECATO DALLA GELOSIA, UCCIDE LA FIDANZATA
CALVI
RISORTA
Un raptus
di gelosia e una raffica di colpi con un coltellino
svizzero. Sarebbe morta così Adriana Tamburrini, la
19enne uccisa ieri sera dal suo fidanzato Michele Salerno in una strada
di campagna nei pressi di Sora, dove si erano
appartati. Il giovane ha abitato per un breve periodo di tempo a Calvi Risorta.
E'
quanto è emerso dall'interrogatorio del giovane svoltosi
nel pomeriggio nella Questura di Frosinone e conclusosi
con l'incriminazione per omicidio volontario.
Adriana
era incinta, ma non sarebbe stato questo il motivo
che ha fatto scattare la violenza nel giovane programmatore informatico, di 26
anni, bensì la gelosia.
La
notizia della gravidanza, infatti, sembra fosse a
conoscenza sia del fidanzato sia dei genitori della ragazza e, a quanto sembra,
era stata accolta bene da tutti.
Al
magistrato, Michele Salerno il giovane, ha detto che da un mese abitava in
casa della fidanzata a Sora, dove si era trasferito
dopo averla conosciuta chattando su internet e dove
aveva trovato lavoro.
I familiari
della ragazza - ha detto ancora il giovane - erano consenzienti e tutti erano
a conoscenza della gravidanza. Il giovane ha anche confessato la sua gelosia,
dichiarando che non voleva che la ragazza, iscritta al liceo classico di Sora, parlasse con altri o uscisse in sua assenza.
Ieri
sera - è ancora la confessione del giovane - i due fidanzati sono usciti per
una passeggiata in auto ma poco dopo hanno cominciato a litigare proprio sulla
questione della gelosia.
Tempo
fa Michele - ha raccontato lui stesso - aveva regalato
alla fidanzata un coltello a serramanico su sua richiesta che teneva nella
borsetta. Quando hanno cominciato a litigare lei lo
ha estratto e ha colpito il fidanzato di striscio ad una gamba.
Particolare questo confermato dai poliziotti che hanno verificato
che il giovane ha un graffio. A quel punto Michele ha disarmato la fidanzata e, infuriato,
l'ha colpita a sua volta. Ha vibrato diversi fendenti, fermandosi solo quando
ha visto il sangue sgorgare e la ragazza svenire.
"Volevo solo spaventarla, non ucciderla - ha detto tra le lacrime - Non
credevo di averla uccisa, ho avuto paura e sono fuggito, gettando via il
coltello. Volevo andare all'estero ma poi ho chiamato la polizia".
Anche
questo particolare è confermato dai fatti. E' stato Salerno, questa mattina, a
chiamare la polizia: "C'è un cadavere nel bosco, correte subito
altrimenti i cani potrebbero mangiarlo".
L'agente
che ha risposto al telefono capisce cosa potrebbe essere successo, trattiene
all'apparecchio il ragazzo e lo convince a
costituirsi. Il giovane ha ammesso la paternità del figlio che sarebbe dovuto nascere. L'arma del delitto non è ancora stata
trovata. In serata il giovane è stato chiuso nel
carcere di Cassino dove domani o dopodomani sarà di nuovo interrogato per la
convalida dell'arresto, alla presenza del gip.
Leggermente diversa è la versione fornita dal legale del giovane,
l'avvocato Pietro Martini, per il quale la ragazza ha aggredito il
fidanzato più volte con il coltellino fino a quando lui, disarmatala e
continuando a guidare, l'ha colpita a sua volta, pensando che l'arma a
serramanico fosse chiusa.