PUGNALA MARESCIALLO, 27ENNE ALLA SBARRA

 

CALVI RISORTA

 

(Luisa Todisco)

 

“Voglio entrare in comunità", queste le uniche parole che, con grossa difficoltà, ha riferito al Tribunale Nicandro Zona, l'uomo, che il 31 gennaio scorso, pugnalò il mare­sciallo dei carabinieri della locale stazione Raf­faele Martucci.

 

Ieri matti­na, di fronte al collegio presieduto dal giudice Luisa Toscano, hanno testimoniato un appuntato che quella sera prestava servizio in caserma e la madre dell'imputato, la signora Lombardi. La donna, in particolare ha riferito che in quel periodo aveva deciso di trasferirsi a casa del fratello e che la sera in cui avvenne l'inci­dente si trovava dal mare­sciallo per denunciare il figlio e costringerlo a disintossicarsi.

 

"Sapevo che mio figlio era sopraggiunto - ha affermato la donna - ma non riuscì a vederlo, sentii solo che chiedeva dove io fossi e dove lo stavano portando". Secondo quanto è sostenu­to dalla difesa, assunta dall'avvocato Carlo De Stavola, il giovane era giunto in caserma per denunciare la mancanza della madre.

 

Da quando la donna si era allontanata l'imputato non sapeva come continuare da solo. Con sé Nicandro Zona portò un pugnale e quella sera minacciò di farsi del male se non avesse rivisto la madre. A quanto pare l'uomo riportò   anche diverse ferite che si provocò da solo. I carabinieri cercarono di calmarlo lan­ciandogli una coperta addosso e, questa la linea difensiva, il maresciallo venne colpito per sbaglio.

 

Il ragazzo ha grossi ed evi­denti problemi per comu­nicare, non riesce ad espri­mersi bene e ieri mattina, con tanta difficoltà, ha cer­cato di far capire al colle­gio che vuole entrare in una comunità per disintos­sicarsi.

Nicandro Zona ha venti­sette anni e, a quanto pare, è tossicodipendente da diverso tempo. Pare che spesso, per procurarsi la sostanza stupefacente, chiedeva denaro ai genitori o anche ai parenti; una situazione molto comples­sa che ora l'uomo vuole cercare di risolvere.

 

Nella prossima udienza dovreb­be essere risentito l'impu­tato, anche se questa rima­ne una sola ipotesi viste le difficoltà del tribunale a comprendere ciò che il ventisettenne dice.