BARRIERE ARCHITETTONICHE, L’ESECUTIVO E’ SORDO

 

CALVI RISORTA

 

(Vito Taffuri)

 

 

II Comune di Calvi Risorta, retto dal primo cittadino Giacomo Zacchia è sordo e cieco nei confronti dei disabili caleni. Infatti, ormai siamo all'anno nuovo da oltre quattro mesi e più, ma come è evi­dente né la prima trance e né la seconda trance dei cinquemila euro che dove­vano essere finanziati per l'abbattimento delle bar­riere architettoniche, non se ne sente nemmeno l'o­dore.

 

Come è evidente un disabile che intende fare shopping o prendere un caffè a Calvi Risorta, trova molti negozi, e cosa ancor più grave, nuovi o di recente costruzione senza l'ingresso per i disabili. Ma quello che è scandaloso soprattutto è il fatto che prima di rilasciare un autorizzazione lo stesso com­merciate dovrebbe essere obbligato a costruire l'in­gresso disabili, come previsto dalle legge vigente, tutto questo non avviene probabilmente anche gra­zie al mancato controllo da parte di chi lo dovrebbe automaticamente. Quello che accade è certamente molto grave.

 

Infatti, l'asso­ciazione pro-disabili retta dal dinamico Antonio D'Ambrosio, da sempre in prima linea, contesta l'im­mobilismo dell’amministrazione. Quello che è certo è che a Calvi prima di vedere una barriera archi­tettonica, si vede solo gra­zie al contributo volontario di qualche cittadino caleno, non certamente da parte degli enti proposti, che invece di costruire un futuro ai nostri bambini speciali hanno pensato bene di allargare gli asses­sorati, o dando addirittura incarichi esterni, quindi i bambini speciali disabili possono attendere nel frattempo.

 

L'associazione quello che denuncia a voce alta: dove sono finite le promesse dell'assessore alle Politiche sociali di Ermanno Izzo, della scor­sa campagna elettorale amministrativa, magari si è dimenticato dei bei discor­si fatti dai balconi. Insom­ma quello che si spera è che tornino all'ovile pur di dare almeno il loro contri­buto a chi gli ha dato fidu­cia ieri, ma come sembra dopo le elezioni provincia­li l'assessore alle politiche sociali sembrerebbe essersi defilato o addirittura pre­ndendo delle dovute distanze dall'amministrazione, insomma loro litigano politicamente e i novisti bambini speciali pagano i loro errori restando senza servizi primari.