Ciao a
tutti.
Vi regalo
un mio racconto tratto da una mia opera teatrale in www.roccochinnici.it con la speranza che
sia di Vostro gradimento, e, se così fosse, Vi prego di farlo conoscere ad
altri, o attraverso un giornalino o a tenerlo semplicemente sulla Vostra
Pagina.
Un grazie
anzitempo ed un augurio di giorni sempre più belli e ricchi di prosperosa
serenità.
Rocco Chinnici
IL SORRISO DELLA FELICITA’
Viveva,
molto tempo fa, in una lussuosa villa della Palermo "bene", una donna
ricca e vanitosa. Gli agi e i lussi più costosi erano per lei motivo di vita. Non conosceva altro che danaro,
gioielli e vestiti di pregiatissime stoffe. Finì che un giorno, non avendo più
cosa desiderare, s’ammalò di un grosso male: l’apatia.
Non mangiava più, non amava adornarsi come prima soleva fare, tanto che non
uscì più nemmeno di casa; si chiuse in una stanza e non volle più ricevere
nessuno, ad eccezione dei migliori medici specialisti della città, che la visitarono da capo a piedi, ma... nessuno riuscì a capire
quale fosse il suo vero male o le cause che inducevano la ricca signora a
rifiutare anche la sua immagine riflessa allo specchio. Molti ebbero a dire che
per lei erano morte anche le speranze di guarigione. Nei paesi della provincia
si sparse la voce di quel male che affliggeva la ricca signora.
Un giorno si presentò, davanti al cancello della
villa, una vecchietta curva che si sorreggeva ad un bastone; chiese alla
servitù di essere ricevuta dalla padrona. I maggiordomi si guardarono,
curiosi di sapere cosa avrebbe potuto fare quella vecchietta, decisero di farla
entrare, e la condussero nella stanza dove si trovava la signora. Questa stava
seduta in un angolo; a guardarla, sembrava che stesse specchiandosi e chiedere
allo specchio con quegli occhi dallo sguardo assente, i perché di quella
mancata gioia di vivere.
-Mia cara signora lei non ha
niente!- Disse la vecchietta, sorridente. -Dimenticanze! Nient’altro che dimenticanze!- Continuò.
-Non s’è accorta, lungo la sua vita che fra tutti
gli acquisti: cavalli, auto, gioielli... ha
dimenticato di fare l’acquisto più bello.
-Non è vero! Ho tutto!- Esclamò.
-Quando pare che dalla vita
abbiamo avuto tutto- continuò la vecchietta, -dovremmo, invece, accorgerci di
non avere avuto quasi niente!
-Io le dico che a me non manca proprio nulla!- Rispose la ricca signora, mentre la vecchietta continuava a
guardarla con un sorriso sereno.
-Anzi, guardi!- continuò, prendendo una campanella
a lei vicino e, movendola due volte: subito accorse la cameriera; la mosse tre volte e comparve il maggiordomo.
-Come vede- disse la signora -chiamo, e tutti
corrono; persino il giardiniere e l’autista posso chiamare,
sa? Tutti, e tutto!
-Sì?- Rispose la vecchietta -Provi
a chiamare, dunque, ciò che le manca: la felicità! Essa non accorrerà mai,
perché è dentro di noi.
La signora suonò, e suonò ancora..., ma, dall’uscio non apparve nessuno; delusa guardò il maggiordomo,
la cameriera che, mortificata, a sua volta, abbassò gli occhi a terra, poi
guardò lei, la vecchietta, e, in quel viso increspato, vide apparire un sorriso
ondulato; solo allora capì quanto di bello era venuta ad offrirle la
vecchietta: un sorriso, un semplice sorriso di felicità.