Arrivano i turisti e trovano chiusa l’antica Cales

 

GIUSEPPE BORRELLI

 

Calvi Risorta.

 

Se fosse un racconto potrebbe essere intitolato «una domenica nell'antica Cales, chiusa e transennata», ma è solo l'ennesima, sintomatica, vicenda che narra dello stato di degrado e di abbandono in cui versano da decenni le testimonianze del glorioso passato caleno: 200 turisti vengono dal Vomero per visitare i siti archeologici, ma trovano tutti i monumenti chiusi e transennati.

 

Avevano saputo del Ponte delle Monache esemplare unico, insieme al ponte di Veio in Toscana, di pontile di epoca etrusca completamente sospeso nel vuoto, volevano vedere la Grotta dei Santi con i suoi affreschi di epoca medievale «deturpati» negli anni 80 da un fanatico religioso; insomma avevano sentito parlare di Cales e del suo abbandono alle intemperie ed all'azione dei tombaroli, ma non si aspettavano certo di trovare tutto chiuso, transennato, coperto dai rovi o dallo scarico abusivo di rifiuti.

 

L'unica cosa che la comitiva partenopea è riuscita a visitare perlomeno da fuori è stato il teatro di epoca romana, del quale almeno hanno potuto ammirare la grandezza; e la Cattedrale Romanica, da poco inserita nel novero dei monumenti nazionali, e per la quale la presidenza del Consiglio dei Ministri ha finanziato il restauro dei medaglioni che raffiguravano i vescovi della Diocesi sin dal Medioevo.

 

«Non è la prima volta che accade una cosa del genere - commenta il sindaco Giacomo Zacchia - purtroppo già altre volte dei turisti non hanno potuto visitare Cales, però le istituzioni stanno facendo di tutto per realizzare i progetti e la programmazione degli interventi come il museo nel Castello Aragonese, il parco archeologico e l'uscita autostradale "Cales"; il problema sono i finanziamenti che non giungono in maniera adeguata per poter svolgere una seria opera di recupero».

 

Ma il risultato per i turisti non cambia: porte chiuse per i monumenti.