PROVINCIALI, BONACCI ESCLUSO

 

CALVI RISORTA

 

(VitoTaffurì)

 

II candidato dei Verdi dell'Agro Caleno Bonacci, per 'un vizio di forma' nella presentazione della candidatura, è escluso dalla competizione eletto­rale.

 

E' quanto ha stabilito il Tribunale di Santa Maria Capua Vetere, rigettando il reclamo presentato dal par­tito per conto dello stesso candidato.

 

Il segretario del circolo, Angelo Franco:

"E stato un fulmine a ciel sereno, proprio non ce l'aspettavamo! Abbiamo sapu­to la notizia già domenica sera, ma eravamo certi che il reclamo fosse accolto; in effetti si tratta di una negli­genza amministrativa, di cui noi non abbiamo colpa.

Sembra ci siano stati casi analoghi; dobbiamo essere sicuri che non siano stati tenuti pesi e misure diffe­renti e, nel caso perché? Il partito ha ricorso al TAR".

 

La candidatura del Bonacci non è stata accettata "per l'omissione nell'atto di autentica, della dichiara­zione di accettazione della data, ritenuta requisito essenziale dell'atto" si legge nel documento del tribunale di risposta al reclamo.

 

Data che però è comunque inserita nello stesso docu­mento, laddove veniva autenticata la firma per la candidatura.

 

Bonacci parla a nome proprio e del gruppo dei Verdi che lo supporta: " Siamo parte gra­vemente lesa, causato da un errore del preposto amministrativo".

 

Molto più duri i commenti da parte dei supporter di Antonello Bonacci espressione di un movimento, quello dei "Verdi Agro Caleno", che da anni opera sul territorio e che non ha mai fatto sconti a nessuno, denunciando volta per volta le clientele e le corruzioni della vita politica istituzionale:

"Non escludiamo che dietro la mancata accetta­zione della candidatura di Boncacci, volto giovane e fuori dagli schemi consoli­dati della politica corrotta, possano esserci state delle pressioni politiche che met­tono seriamente in pericolo la democrazia italiana; se la candidatura non dovesse essere reintegrata dal Tar, dobbiamo essere tutti preoccupati, perché ci tro­viamo di fronte ad un vero attacco alla democrazia italiana che, assottigliata sempre più dalle politiche di potere corrotte, rischia oggi più che mai di rom­persi".