SITO ARCHEOLOGICO SUL MONTE GRANDE: ECCO I SOLDI
CALVI RISORTA
già. iz.
L'ufficio di Soprintendenza di Calvi Risorta,
diretto dalla dottoressa Passaro, ha promesso un intervento
rapido per il sito archeologico di Monte Grande.
La stessa Passaro ha sottolineato:
"conoscevamo già da tempo il sito di Monte
Grande. Insieme ai militari dell'arma, nel 2003, siamo anche riusciti a
"beccare" un tombarolo al lavoro. E un sito
di forte interesse archeologico per il quale abbiamo
già prestito interventi mirati. Aspettiamo in poco tempo i finanziamenti necessari
per partire con i lavori primari sul sito."
Ricordiamo che pochi giorni fa i Carabinieri di
Calvi Risorta hanno trasmesso, alla Procura, la notizia di reato in
merito a nuovi scavi abusivi nel sito archeologico di Monte Grande.
Con molta probabilità il materiale di un certo valore è stato
trafugato e trasportato a valle nei giorni scorsi.
L'opera dei tombaroli, quasi certamente,
è andata avanti per molto tempo favoriti dal fatto che l'area si trova ben
nascosta e lontana dal centro abitato.
Inoltre, recandosi sul posto, si possono notare,
senza alcuna difficoltà, scavi avvenuti in fasi successive.
L'area interessata è, approssimativamente, di oltre trecento metri
quadrati.
Qui, in più punti, i tombaroli hanno
eseguiti diversi scavi, lasciando tutto intorno, tantissimi pezzi di vasellame
rotto e di grossi mattoni, probabilmente di quelli che si usavano come
copertura per le tombe.
Considerata l'altezza, infatti il sito
archeologico si trova a circa quattrocento metri, lungo la costa occidentale di
Monte Grande, in territorio caleno, potrebbe
trattarsi di una necropoli che a giudicare dalle prime impressioni potrebbe
essere anche molto interessante dal punto di vista prettamente scientifico.
Si attende ora, come promesso dalla stessa Soprintendenza, l'avvio
dei lavori per studiare e per riportare alla luce tutto quanto nascosto dal
tempo.
Occorre però far presto, prima che altri "tombaroli"
decidano di passare all'azione.
Quanto accaduto su Monte Grande è la conferma
che "dappertutto, l'arte è in stato d'assedio".
Secondo gli ultimi rapporti dei carabinieri, ultimamente, il
traffico illecito di opere d'arte è cresciuto in
misura notevole.
L'Italia, in pratica un museo "a cielo aperto", è
esposta a continui furti favoriti da un mercato clandestino alimentato dai
grandi collezionisti (principalmente stranieri): si stima che nella sola
Campania ci siano almeno 2500 reperti archeologici, di provenienza furtiva,
detenuti illegalmente in case di privati.