UN’AREA ARCHEOLOGICA DEPRETATA
DAI TOMBAROLI
CALVI RISORTA
(gia. iz.)
Un sito archeologico, depredato da tombaroli
senza scrupoli, è stato individuato dai Carabinieri di Calvi Risorta.
La segnalazione del reato alla Procura della Repubblica è
immediatamente partito dopo che il comandante della
stazione, maresciallo Pezza, accompagnato da alcuni dei suoi uomini, si
è recato sul posto accertando così che i “soliti ignoti" stavano
procedendo ad un'opera capillare di scavo del sito.
Con molta probabilità il materiale di un certo valore è stato trafugalo e trasportato a valle nei giorni scorsi.
L'opera dei tombaroli, quasi certamente,
è andata avanti per molto tempo ed è stata favorita dal fatto che l'area si
trova ben nascosta e lontana dal centro abitato.
Fortunatamente, un impedimento, per i ladri d'antichità, è stato
quello determinato dalla mancanza di strade che conducono alla zona.
L'area interessata è, approssimativamente, di oltre trecento metri
quadrati.
Qui, in più punti, i tombaroli
hanno eseguiti diversi scavi, lasciando tutto intorno, tantissimi pezzi di
vasellame rotto e di grossi mattoni, probabilmente di quelli che si usavano
come copertura per le tombe.
Considerata l'altezza, infatti
il sito archeologico si trova a circa quattrocento metri d'altitudine lungo la
costa occidentale di Monte Grande, in territorio caleno,
potrebbe trattarsi di una necropoli che a giudicare dalle prime impressioni
potrebbe essere anche molto interessante dal punto di vista prettamente
scientifico.
Evidenti i resti di manufatti antichi, forse,
anche di epoche preromane.
Ora la parola toccherà ai procuratori della
Repubblica i quali potrebbero anche decidere di
sequestrare l'intera area.
La speranza è che, ora, il ministero dei Beni
Culturali che ha sede distaccata nella stessa Cales, prendano coscienza del sito e lo facciano proprio.
Quanto smascherato dai Carabinieri di Calvi Risorta conferma che "dappertutto, l'arte è in
stato d'assedio".